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mercoledì 23 febbraio 2011

Omo

So che è un argomento delicato e so anche che si tratta di un tema difficile da trattare. Pertanto non lo tratterò, lo sfiorerò solo.
I miei genitori, che di persone ne hanno conosciute un discreto numero, sono vissuti in ambienti anche diversi e in città lontane tra loro, fino ai 50 anni di età non avevano mai avuto - quasi - nessun amico omosessuale. Forse conoscevano delle persone di cui si vociferavano vicende ambigue, che avevano un aspetto o effeminato (uomini) o mascolino (donne), che si poteva sospettare che lo fossero, ma non erano loro amici e la voce rimaneva una voce, non si rifletteva nel comportamento effettivo e riconosciuto di costoro. Dunque, valgono relativamente.
Io, invece, che di anni ne ho solo 26, e che di mondo ne ho visto, ma sempre meno di quello che si può vedere in 50 anni di esistenza, conosco, sono amica, confidente e in buoni rapporti di varia 'tonalità' con un largo numero di persone dichiaratamente gay. Che vivono, respirano, tirano su col naso, si commuovono, si incazzano, suonano il clacson, vanno dal parrucchiere e, tra le tante cose che fanno come me, amano.
Questa è una CONSTATAZIONE. Non che, ai tempi dei miei genitori, i gay non esistessero (o che la cultura si sia degradata e abbia condotto allo sfacelo morale, come qualcuno sicuramente pensa), ma la loro vita si svolgeva ai margini, la loro attitudine veniva repressa nella più timida intimità, dunque gli eterosessuali costituivano "la norma" e nessuno si poneva nemmeno lontanamente il problema dei diritti dei gay.
Oggi, però, non è più così. Non è più così e noi non possiamo più fare finta che la realtà sia la stessa di cinquant'anni fa.
Oggi, queste persone costituiscono una grande fetta della popolazione: la civiltà e il progresso dei costumi ha permesso loro di uscire nelle piazze, di camminare mano nella mano, di raccontarsi, di uscire "a quattro". Ma la legge non consente loro di portare a termine questi bei progetti di amore: non si possono sposare, non possono nemmeno stipulare un contratto che permetta al coniuge di assistere l'altro in Ospedale o di percepirne la pensione di reversibilità, non possono mettere su una famiglia né adottare dei figli.
Della Chiesa a me non importa. Io parlo dello Stato Italiano: è incredibile da pensare; immaginatevi, voi lettori eterosessuali di questo blog, di amare il vostro compagno/a ma di non poter coronare in nessuno modo la vostra unione in modo legale, ufficiale. Stiamo parlando della loro vita, cazzo.

Basta. Avevo promesso di sfiorare solo l'argomento e ci sto già entrando dentro a piè pari.

Ad ogni modo, volevo solo evidenziare quanto la realtà delle amicizie e delle conoscenze sia cambiata nel giro di 50 anni: non voglio certo fare una conta, ma intorno a me le persone che amano altri del loro stesso sesso sono tante, sono mute, spaventate e pure un po' incazzate. Per un giorno voglio unire anche io la mia voce alla loro protesta.

2 commenti:

  1. Come non quotarti Tinni?

    Come si può pensare di essere davvero uomini, se si pongono ancora delle restrizioni (più o meno dichiarate e ammesse) a ciò che, più di ogni altra cosa al mondo, ci rende pienamente uomini e – sotto un’altra prospettiva – anche un po’ ‘divini’? Parlo dell’amore, in tutte le sue forme, in tutti i suoi colori.

    È l’amore che è alla base di ogni progresso: umano, civile, sociale, scientifico, etc.

    Forse è un po’ aristotelico pensare che sia l’amore a muovere tutto, ma del resto mi chiamo Yoko.

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  2. Il punto è che a queste persone, omo o etero, che la pensano così, come te e come me, magari della Chiesa gliene importa fino ad un certo punto. Ma in compenso, alla Chiesa sembra importare davvero molto di loro. E allo Stato Italiano importa molto della Chiesa, e del suo elettorato cattolico. E poi non mi si venga a dire che la Chiesa non esercita il potere temporale.
    Per tuo diletto, e per denunciare come in Italia il pensiero sia ancora al medioevo, ti segnalo questo articolo (http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/02/19/news/il_tribunale_ecclesiastico_non_una_scorciatoia-12650846/) e questo post (http://ilnichilista.wordpress.com/2010/01/31/gli-omosessuali-deviati-malati-anormali-patologicamente-diversi-parola-di-psichiatra/)

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