Il Dolore ha l'odore di un muro di mattoni battuto dal sole, in un pomeriggio di fine estate. Il Dolore, quando arriva, sa di indigestione di cioccolato, come averne mangiato troppo, magari di nascosto: e ti invade con la sua struggente, prepotente, sferzante dolcezza.
Il Dolore ringhia come un cane rinchiuso in un recinto non suo, ma in quei guaiti ci senti dentro anche una tenerezza, un grido lacerato, e non riesci a smettere di ascoltarli.
Il Dolore è sordo. Chi sia stato il primo a coniare quest'espressione, sordo dolore, non lo so: ma era un genio della lingua. Perché è proprio così, il Dolore, quando c'è, non ti ascolta: urla, si contorce, punzecchia, solletica, a seconda dei momenti della giornata, ma stai sicuro che non potrai parlagli, perché tanto non ti sentirà.
E allora come lo si ferma, il Dolore?
A volte mi sembra di avere davvero a che fare con uno di quei bambini iperattivi e rabbiosi, quelli che li vedi che le madri ci provano, a tenerli fermi in fila, in attesa, sul treno, dal dottore, e invece loro, divincolandosi, mettono su una forza inaspettata, una cocciuta soddisfazione, e via, scappano lontano, fanno proprio quello che la madre ha loro vietato, e si girano pure, alla fine, con sguardo di sfida ti lanciano il loro straziante grido di solitudine, come a dire non hai capito niente, di me.
E come si educano, questi piccoli mostri?
Oggi non ho risposte: avrei voglia di trovarle da qualche parte, in un bel libro, in una poesia, ma tutto intorno a me tace e sfugge.
Il Dolore passa. E' banale e forse non aiuta: però è anche vero.
RispondiEliminaGrazie. Un sorriso.
RispondiEliminaoplà! sono finita in questo un blog. che a primo acchitto mi sembra quasi di conoscerti. che non passa subito lo sai. quando mi sento più o meno come dici tu faccio questo esercizio:penso alla cosa più brutta che mi potrebbe succedere. intendo quelle cose che ti stravolgono la vita. quelle cose che poi quando si è vecchi si finisce per raccontare ai nipoti e ancora ti fa male a pensarci. penso poi che respiro. e che domani mi sveglierò e qualcuno mi strapperà almeno una risata. ecco, a volte è meglio vivere per una risata al giorno.
RispondiEliminaè bello qui. accogliente. ciao ciao
ilariee
Il dolore si cura giocando con la vita, non chiudendolo nel chiuso tetro di una stanza anonima. Il dolore si cura respirando il vento profumato di un lago, cercando di allontanare i mosti, quando essi sono pressanti, e questo per ri-acquisire lucidità. Quando il dolore passa, forse, spero, i problemi potranno apparire meno gravi, risolvibili. Lascia giocare il bambino, vedrai che non finirà sotto una macchina.
RispondiEliminaGrazie a tutti, di nuovo. Nulla meglio del dolore, in fin dei conti, finisce per unire anime di sconosciuti e rette che si credevano parallele.
RispondiElimina