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mercoledì 15 settembre 2010

Tutta mia la cittàààà...

Passeggiando per le strade del centro mi sono accorta subitaneamente di un fatto: sono tornati gli studenti universitari. Di nuovo colori, libri, fotocopie, panini che colano olio, zainetti, borse etniche, rasta, cani di tutte le forme, passi lenti e strascicati. Sono tornati.
E, per converso, mi fanno venire in mente com'era diversa, Bologna, dalla fine di Luglio: vuota l'intera zona universitaria, chiusi tutti gli abituali fornitori di cibo da asporto, silenziosi gli atri, smilze le file a tutti gli sportelli. Quando partono gli studenti, arrivano i turisti (o forse ci sono anche prima, ma vengono fagocitati dalla massa studentesca e per questo non notati).
Avendo vissuto tutta la mia infanzia e giovinezza in un piccolo paesino di campagna, non avevo mai avuto occasione di conoscere l'entità "Il Turista" da membro della città ospitante. Quando vedevo turisti intorno a me, io ero parte di loro. Questa estate, per la prima volta, ho invece sperimentato questa simpatica esperienza.
E non l'ho trovata affatto male!
E' davvero curioso, infatti, passeggiare per le vie che ogni giorno accolgono i tuoi passi, e notare, d'improvviso, che un tedesco (riconoscibilissimo per via del sandalo-calzato, della pelle rossa in corrispondenza delle spalle - già nude a maggio - e delle guance, del capello biondo non pettinato da giorni e dallo zaino da trekking) sta fotografando la propria fidanzata in posa davanti ad una colonna che non hai mai degnato di uno sguardo (anche perché, molto probabilmente, è la colonna di ingresso di un garage in finto stile romanico). Oppure vedere un giapponese (questa è vera, lo giuro!) riprendere con videocamera e aria estasiata la vetrina della cartoleria dove tu, banalmente, compri ogni settimana il citypass e le buste trasparenti. Oppure ancora la coppia di francesi (riconoscibilissimi questi, invece, dall'aria chic emanata soprattutto dall'elemento femminile della coppia, che riesce ad apparire GNOCCA anche se vestita di canotta, shorts macchiati di caffè e scarpe bucate) seduti al tavolo di un baretto comunissimo dove tu compri sempre la lattina di coca-cola rimirare con aria felice un piattino contenente una pizzetta surgelata.
Per un attimo, anche tu provi idealmente a metterti dietro quella telecamera, quel piatto o quella macchina fotografica, e, nel chiederti cosa ci troveranno di così simpatico, può capitare che ti arrivi addirittura una risposta inaspettatamente positiva.
Io così ho scoperto che la Chiesa a cui passo davanti per andare alla fermata del bus ha dei bellissimi affreschi, così ho trovato il Maometto all'Inferno dentro a San Petronio, così ho trovato l'imbocco di una pista di ciclabile che non conoscevo.
Un pizzico di quello sguardo, ingenuo, curioso ed entusiasta, può fare molto comodo anche nella vita di tutti i giorni. (oddio 'sto finale è davvero da predica, perdonatemi e andate in pace. Amen).

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