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mercoledì 8 dicembre 2010

Fino a qualche istante fa,

ero in dubbio se scrivere un post sulla fede in dio oppure, come ho in effetti deciso di fare, sulla moda. Voi cosa avreste preferito?
Si, lo so, la storia di dio sarebbe stata insolita e interessante da leggere, ma il sottofondo della telecronaca della Roma è troppo anche per chi abbia le più mistiche ispirazioni. Così, per oggi, vi pappate la moda.
Anche perché nel sottotitolo introduttivo di questo blog ho promesso di occuparmi anche di frivolezze e non vorrei che il tono culturalmente eccelso a cui vi ho abituato con i miei ultimi scritti vi creasse di me un'immagine scorretta.
A me i vestiti piacciono da morire. Mi fanno impazzire gli smalti, soprattutto per la loro evanescente e gioiosa inutilità. Passo ore intere a guardare sbavando i cataloghi dei grandi negozi di moda su internet. Amo le scarpe, specie se col tacco (che non so indossare). Le vetrine le trovo un passatempo che non prevede mai attimi di noia.
In questo contesto, mi trovo spesso, e con mio incredulo stupore, a sperimentare la potenza eversiva delle tendenze di moda. Ovvero: ma a voi non capita mai di affermare, all'arrivo di un nuovo capo di abbigliamento alla ribalta della moda "io quella roba orribile non la metterò mai", e poi, puntualmente, dopo circa 6 o 7 mesi, di cominciare ad avvertire sempre più distintamente il desiderio di acquistarlo????
A me capita sempre. Mi è capitato, agli albori del mio ingresso nel mondo delle signorine (avvenuto decisamente fuori tempo massimo), con i leggings alla caviglia (ora ne posseggo 6 paia); poi mi è ri-successo con le camicie larghe con cinturone e quadretti alla cow-boy; poi ancora con la borsetta piccola di Louis Vuitton (mettiamo in chiaro il concetto: di essa ho solo formato in me il desiderio di possederla, non l'ho messo in atto. I più informati di voi in merito al tariffario LV capiranno perché); e con la fusciacca indossata con la camicia, e ancora con gli stivali da pioggia tipo giardiniere. E, giusto ieri, è accaduto per l'ennesima volta con gli scarponcini tipo "UGG", quelli pelosi dentro, che fanno tanto pantofola, che tagliano la gamba, che non snelliscono nemmeno Cameron Diaz: sono entrata da H&M e stavo quasi quasi per uscirne pantofolo-calzata se non mi fossi ricordata all'ultimo momento che fino a due giorni prima li aborrivo con tutta me stessa. (goal di Borriello. Forza Roma).
Ebbene, la mia domanda è: ma come accidenti fa la moda a stravolgerti le opinioni estetiche così? Come fa a manipolare i nostri colti e ben formati cervellini? Mi devo preoccupare? Su cosa si basa questa sottile operazione di insinuazione? Sul fatto di vedere modelle ultra fighe che sui giornali sorridono indossando quell'orrido capo? Sul fatto che tutte le tue amiche lo comprano?

Quanto ai miei UGG (ovviamente e consuetamente taroccati), per ora sto ancora resistendo, ma non garantisco di riuscire a non cedere.
Buona serata a tutti voi.

8 commenti:

  1. Se fosse per me, farei come Dylan Dog: un kit di vestiario completo X 7, da usare estate e inverno.

    L'espressione di mia moglie: "non hai neanche un maglione" va tradotta "hai 4 maglioni tutti blu o neri". La cosa sembra sia socialmente inaccettabile.

    Inutile spiegare a mia moglie che l'ambiente informatico è popolato da persone quasi sempre di sesso maschile che si accorgerebbero del tuo cambio di vestito solo se fosse verde fosforescente e *lampeggiante*. "Come è possibile che nessuno abbia notato la tua camicia nuova?!" Semplice: non era verde fosforescente lampeggiante.

    Fatta questa dovuta premessa, anche io, nell'adolescenza, ho cambiato idea su due capi di vestiario: i bermuda e i boxer. Ho impiegato un bel po' a convincermi che erano comodi e belli. Ora non potrei farne a meno. (Prima dei bermuda? Pantaloni lunghi, di solito jeans, tagliati a pantalone corto.)

    Resisto alla cravatta (*mai* messa) e mi stanno cordialmente antipatiche i completi da ufficio, che per fortuna riesco ad evitare da anni.

    Ora dicci quale vetrina ti mette più sonno!

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  2. Bhe, mi consola il fatto che anche un anti-modaiolo come il Comiziante (ma preparati al peggio, fattelo dire: temo che la Comizietta potrebbe presto cominciare a farti entrare a forza nella logica del vestiario all'ultimo grido!!!) abbia ceduto alle lusinghe della tendenza almeno a proposito di due capi. Quanto alle vetrine che evito, mi dispiace dirlo ma sono tutte quelle che riguardano articoli di informatica, armi e sport....giusto per dare manforte agli stereotipi (però con il pc me la cavo, giuro! So cos'è la modalità provvisoria, ho appena tolto manualmente un banco di ram, modifico il BIos e cose di questo genere ...;).

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  3. Lacomizietta è dall'età di due anni che ci indica ciò che è "in" e ciò che è "out" e già dall'asilo ogni sera vanno concordati i vestiti per l'indomani, giusto per evitare lunghe discussioni quando è ora di uscire. Non a caso il vestiario si discute con la Mami. (L'espressione "Quel pantalone non mi piace" va tradotta "*Oggi* non voglio metterlo". L'indomani potrebbe essere "bellissimo".)

    I negozi di informatica (o più in generale "tecnologici" come hi-fi, tv, e similiari) e le librerie sono i soli negozi che meritano lunghe meditazioni. Purtroppo lo stipendio non da nababbo limita fortemente i desideri compulsivi verso questi oggetti e spesso produce un bel mal di testa. Da frequentare con moderazione.

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  4. Noto che anche il malditestadafrustrazionedidesideriocomplusivo e lo stipendionondanababbo ci accomunano, anche se frequentatori di opposti templi del consumismo. Quanto alla Comizietta, la AMAVO prima e ora anche di più! Se passate da Bologna vi faccio da babysitter aggratis!!

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  5. no, ti prego, gli UGG no.

    io ho, da sempre, una riserva sulle scarpe spuntate: nel corso degli anni ho imparato ad apprezzarle, ma spesso, appena le infilo, non posso fare a meno di visualizzar egli alluci della mia nonna buonanima che hanno sempre occhieggiato dalle sue open-toe anni '40 che lei ha continuato a pportare fino alla sua dipartita.

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  6. Vabbè...se me lo dici tu...cercherò di ricacciare da dove è venuto questo malsano, uggico, sentimento.

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  7. anche a me capita la stessa cosa, anche con i colori, prima di qualche anno fa il rosa era un colore tabù e bandito dal mio armadio, e adesso ho solo maglie rosa/viola/lilla e tutte le sfumature... però può essere anche che se devi comprare qualcosa trovi SOLO quello che è "in".
    quegli stivali poi li trovo orrendi anche io per il momento, ma mi sa che stavolta resisto fino in fondo.
    p.s.
    complimenti per il blog, l'ho scoperto da poco e lo adoro. Spero ti faccia piacere avere una nuova fan

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  8. Carissima Elisa, mi fa davvero piacere (sia che anche tu sia soggetta alle bizze della moda, sia, ovviamente, che ti piaccia il blog!). In realtà ho cominciato da poco, un po' per scherzo, ma è davvero un regalo quotidiano scoprire che altre persone si interessano, ridono e riflettono su quello che scrivi!

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