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domenica 26 dicembre 2010

Poesia e musica

In queste vacanze natalizie mi sono scoperta molto musichiera; ho trovato in una serie di cantanti, di testi, di melodie, di arrangiamenti, un inaspettato conforto in un momento un po' grigio.
E allora mi è venuto in mente di sottoporre al vostro giudizio un mio piccolo e finora inconfessato sogno. Tutte le volte che mi metto ad ascoltare il ciclo di Spoon River di De Andrè, infatti, comincio inarrestabilmente a fantasticare e non posso fare a meno di immaginarmi là, in una classe, ad insegnare italiano ai ragazzini dei primi anni di scuole superiori: il titolo di quella lezione dovrebbe essere analisi di un testo poetico. "Testo poetico", "analisi" e pure l'innocente accoppiata della preposizione di e dell'articolo indeterminativo danno al tema un'aria così barbosa, che nessun volto mostra un benché minimo barlume di interesse. Bhe, a me piacerebbe insegnarglielo così, che cos'è la poesia: con Spoon River di De Andrè. Mi piacerebbe far scegliere a ciascuno di loro uno dei personaggi, quello in cui loro si identificano di più, o quello che li incuriosisce maggiormente: il matto, il malato di cuore, il medico, l'ottico, il blasfemo, il giudice, il chimico, il suonatore Jones.. e poi far loro assaporare il legame intrinseco tra parole e musica, la sonorità degli aggettivi e dei versi, la prosodia e la metrica che tornano e si siedono accoccolandosi sopra alle note. E ancora i giochi verbali, le rime interne, le metafore (ma quanto cavolo è bella e mai poter bere alla coppa d'un fiato, ma a piccoli sorsi interrotti, per non parlare di a farti narrare la vita dagli occhi..), gli aggettivi ricercati, le parole colte e quelle basse.
Io (come tutto il resto della mia classe) ho passato tutti e cinque gli anni di liceo a copiare come una forsennata frasette idiote sui diari, che mi colpivano al cuore pur essendo mille volte meno poetiche di queste: perché questa pura letteratura non potrebbe spiegare ad una classe odierna più di tante parolone descrittive da manuale? Sì, lo so, ho visto troppe volte l'Attimo fuggente, ma lasciatemi almeno sognare!
E poi farei scegliere a ciascuno di loro un testo, musicale o poetico, che conoscono bene e in cui si riconoscono, foss'anche un brano di Ligabue o dei Lunapop, e affiderei loro l'analisi di quello, alla ricerca di quegli indizi, di quegli scintillii, di quegli oscuri segreti che conferiscono ad una mera serie di parole messe in fila il fascino che loro percepiscono, l'attrazione di cui sono vittime.
Poi, dopo parecchie di queste blasfemissime operazioni, forse, si passerebbe anche a Leopardi, a Dante o al Cinque Maggio. Ma non prima di aver cancellato definitivamente dalle loro teste l'accoppiata deleteria Poesia = noia; non prima di aver loro mostrato come il nostro mondo, tutto intero, comprese pubblicità e cinepanettoni, comprese telenovelas e palestre, è immerso nella poesia, e non può fare a meno di essa. Perché la poesia è laddove esiste la bellezza, e se si ama e si cerca la bellezza, si contiene almeno un pizzico di poesia.
Ma, tinnici deliri post-abbuffate a parte, eliminati i Professor Keating e i circoli dei poeti estinti, voi quale personaggio di Spoon River scegliereste? Eccoveli qui tutti in fila, con tanto di link: regalino di non-Natale a cui dedicare, se vi va, qualche poetico minuto digestivo.


Il suonatore Jones (in un vortice di polvere, gli altri vedevan siccità.. a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa....)
Il Chimico (ma guardate l'ossigeno giacere nel mare, guardate l'idrogeno al suo fianco dormire; soltanto una legge che io riesco a capire, ha potuto sposarli senza farli scoppiare..)
Un Blasfemo (Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo, lo costrinse a viaggiare una vita da scemo, nel giardino incantato lo costrinse a sognare, a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male.)
Un Medico (da bambino volevo / guarire i ciliegi..)
Il Matto (tu prova ad avere un mondo nel cuore, e non riesci ad esprimerlo con le parole..)
Il Giudice (è triste trovarsi adulti, senza essere cresciuti)
Il Malato di cuore (da uomo avvertire il tempo sprecato / a farti narrare la vita dagli occhi...)
Un Ottico (perché le pupille abituate a copiare /inventino i mondi sui quali guardare..)

Un malinconico abbraccio, la vostra Tinni-Malato di Cuore
 

5 commenti:

  1. Malata di cuore anche io. Anzi, malatissima.

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  2. tinni, è proprio vero che a me e te ci hanno separato alla nascita! l'ho sempre pensato che de andrè andrebbe fatto studiare a scuola!
    tra le mie preferite il chimico, i dieci comandamenti, bocca di rosa e la città vecchia.

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  3. mmmh... ce ne sono di bellissime che DE Andrè non ha musicato, però!

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  4. eh già, de andrè mi ha fatto proprio venire la voglia di leggermela per bene, l'antologia di spoon river...vi farò sapere quando avrò trovato un po' di tempo per farlo! E intanto buon anno a tutti!!

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