Vorrei parlarvi delle lenzuola che penzolano dai balconi e dalle finestre. Ebbene, a me piacciono molto.
Lo so che è una cosa molto sudista e che io sono invece per molti versi decisamente uno spirito padano (ovviamente si sta parlando di gusti ed atteggiamenti, non di ideologie politiche: a breve anche un post sulle diversità regionali per celebrare l'anniversario dell'Unità d'Italia), ma, a me, le lenzuola, i pigiamini, le mutande bucate, i calzini spaiati e le magliette sgargianti che salutano dai palazzi, mettono allegria.
E poi, anche su di loro, si può fare una bellissima e approfondita fenomenologia.
Ci sono infatti le lenzuolate aggressive, con i teloni che scendono giù giù fino ad invadere - con prevedibile giubilo - il balcone sottostante o, addirittura, come accade ai miei vicini di casa, a lambire le automobili o i furgoncini che entrano nel vialetto: di solito in questi casi si tratta di ENORMI lenzuoli o di GIGANTESCHE coperte prepotenti, che non lasciano spazio ai più umili calzini o alle timide mutande. In quei casi, il mio interesse è moderato, pur se accompagnato da ammirazione per le doti di gestione di un simile patrimonio copertistico (io, quando stendo le lenzuola, faccio sempre dei gran danni e come minimo lascio una mutanda - di solito la più lurida - avvoltolata dentro di esse che poi puntualmente lascio cadere sui fili da bucato di quella di sotto che, a sua volta, puntualmente colloca l'immonda mutanda sul CORRIMANO delle scale del condominio, esposta al pubblico ludibrio, finché io, con fare circospetto, me ne riapproprio).
Poi ci sono le lenzuolate famigliari, con i calzini, le mutande, le magliette e i pantaloni disposti in ordine di grandezza; le lenzuolate-tenerezza, dove compare o un telo con in mezzo l'orrida macchia gialla causata dal ferro da stiro dimenticato, o il pigiama col buco consunto ad altezza inguine, o l'evidenza di una lavatrice in cui, tra i candidi bianchi, si era nascosta per sbaglio una calzina rossa (risultato: varie tonalità di rosa sparse sull'intera truppa di capi); e poi, ancora, le lenzuolate inappropriate, che le vedi stese quando sta piovendo, e le imposte dell'appartamento sono chiuse, e tu capisci che si sono dimenticati la roba stesa e vorresti tanto andare tu stesso a ritirar loro tutto.
Un premio speciale della tinnica giuria va, però, alle lenzuolate cromatiche, ovvero a quelle in cui la roba è stesa in ordine di colore, con tanto di sfumature di passaggio: ne ho vista una di recente passando col treno da Firenze, e penso che se fossi il Sindaco del Mondo, darei degli incentivi statali in premio ai responsabili di cotale bellezza paesaggistica.
E Voi, che tipo di lenzuolisti siete?
No, le lenzuola ai balconi proprio no. e ancor mano, quegli orrendi tendoni blu e verdi a coprire i balconi, che a Milano sono stati debellati da anni ma che a Torino imperano ancora.
RispondiEliminaevidentemente, c'è Padania e Padania.
E' un po' una prassi d'altri tempi questa cosa dei panni stesi, non trovi?
RispondiElimina(Senti, è da un po' che non fai un sondaggio e io avrei tanta voglia di averne uno a cui rispondere...[seguono gli occhioni del gatto con gli stivali di shrek])
Io ho il veto Moglico: non posso stendere. Secondo la Consorte io stendo malissimo e non facilito la stiro/piegatura post stesura. Tutte falsità, ovviamente, che quando eravamo soli, io e mio fratello, non abbiamo mai avuto di questi problemi. La biancheria pulita era in un grande cesto dove la si prendeva alla bisogna. Neanche l'armadio era necessario. :-)
RispondiEliminaE poi da noi (S. Donato Milanese) ci sono i balconi e quindi la biancheria non esce a penzoloni fuori dal palazzo, tranne rari casi. Chi abita al primo piano, comunque, è meglio che non stenda cose fuori: quelli ai piani superiori generano costanti piogge di polvere, tanto che noi abbiamo le zanzariere abbassate anche d'inverno, giusto per limitare i danni.
Il mio quartiere è abbastanza ordinato: niente lenzuola o mutande, niente tendoni con colori fuori dall'ordinario.
RispondiEliminaForse la gente stende in casa, oppure non si lava proprio. Non saprei.
Però, qualche tempo fa, avevo una vicina che stendeva parrucche.
Vale lo stesso?
Quella che consulta i libri solo nella collocazione Sc.