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domenica 1 maggio 2011

Aggiornamenti

E rieccomi qui, finalmente: primo Maggio, -su coraggio!- a Parigi, giornata di malinconici addii, di Gare de Lyon, e di Vicinato, naturalmente.
Sto scrivendovi comodamente installata sul pratone del Parc Montsouris, uno dei luoghi più incantevoli della città, che oggi, con la sua indescrivibile atmosfera di festa, con i suoi bambini di ogni colore immaginabile che esista su questa terra che si rotolano corrono scivolano si travestono leccano sbavano soffiano cantano ballano tutto intorno a me, un concertino gratuito ed estemporaneo di musica jazz nel chioschetto qui di fronte, odore di mughetti, cielo variopinto e pazzerello, sapore di vacanza e di relax, bhe, con tutta questa roba fantastica è pure riuscito a farmi dimenticare un poco la mia nuvolosità da départ. Mi dispiace soltanto di non riuscire a far ‘impressionare’ questa pagina di computer con tutte le sensazioni che vorticano qui intorno: sono troppo impegnata a respirarle fino in fondo, per riuscire ad avere la distanza giusta a rappresentarle.
Ma torniamo a quello che forse vi interessa di più: le evoluzioni del mio rapporto di Vicinato.
Dunque, in questa settimana ho imparato molte cose su V., l’ho conosciuto meglio e ora mi manca solo di associare un volto al tutto e siamo a posto: quasi quasi stasera gli busso per chiedergli se ha …boh, un po’ di farina (è un po’ un evergreen, no?!)…chissà che faccia ha, in effetti…chissà se è scuro o semplicemente un po’ abbronzato…chissà se è vecchiotto o sbarbatello, chissà se veste tradizionale o occidentale.. Va bhe, aspetto a parte, vi dicevo, ormai io e lui siamo una cosa sola.
Innanzitutto, è un tifoso di calcio; ma che dico un tifoso, è piuttosto un appassionato, uno sfegatato, un innamorato del Calcio in ogni sua sfumatura. Non si perde una partita, dalla UEFA al campionato spagnolo, dalla Champions a diosolosaqualecazzodicampionatomagrebino. Oramai anche io costruisco lentamente, quindi, per riflesso, la mia conoscenza in merito. Oltre ad aver scoperto, dalla consultazione ossessivo-complusiva di questo sito nella speranze che esistesse almeno UNA sera libera dal ronzio della partita come sottofondo, che Real e Barcellona si scontreranno, in questo mese, ben cinque volte, ho imparato anche in quali giorni gioca quale campionato, come funzionano i turni delle coppe europee, mi manca solo di perfezionare i dettagli sulle sfide nordafricane e sono pronta per la presidenza della FIFA.
 Ma le serate dedicate al grande dio Calcio, a dire il vero, non sono le peggiori: in fondo si tratta pur sempre di un ronzio costante, inframezzato da qualche gridolino, ma tutto sommato sopportabile, perché, si sa, gli uomini, di fronte alle riprese del campo verde, si concentrano come bambini di fronte ad un cartone animato della Walt Disney. IL problema essenziale di V. è forse un altro: V. ama, adora, idolatra la compagnia dei suoi amici/connazionali. E io ci provo anche, a capirlo: voglio dire, lui, micca è cresciuto figlio unico come Tinni, in una villetta isolata nel verde, dove l’unico rumore pomeridiano era costituito dai cinguettii dei fringuelli, con due genitori assorti nella lettura tutto il tempo, la visita del postino come unico motivo per far suonare il campanello e pure la gatta che ha disimparato a miagolare…lui, dicevo, micca è cresciuto come me. Quello avrà avuto come minimo sei fratelli, ventisette cugini e una casa-porto di mare; visite ogni dieci minuti, couscussate in gran compagnia, feste di fine Ramadam con centinaia di parenti, e che, gli volete chiedere di chiudersi tutto solo in uno studio all’ultimo piano di un palazzo di una città straniera? E dunque, con alcuni eminenti membri della comunità araba locale, dev’essersi stabilito il tacito accordo di cenare, ogni sera, chez V., che magicamente ha pure una cucinetta nella sua camera, e chissà che buone merguez ci si preparano, sulla sua capiente piastra.
E perciò, la serata a casa Tinni.-V, si svolge come segue: ore 7, Tinni si adopera per cominciare la sua cena. Dalle 8 alle 9 una confortevole oretta di silenzio (manna), e poi, mentre lo stomaco di Tinni si avvia in discesa verso l’ultima tappa del suo processo digestivo, ecco che V. comincia a lavare i piatti della sera prima per fare spazio alla sontuosa cena araba, cena che, dopo un lungo preludio concertistico in sol minore per pentole, posate, piattame vario e orchestra, si consuma tra le 9.30 e le 10.30, poi seguita da chiacchiere, risate (altro dettaglio che mi sembra significativo: V. è sempre felice, ride di continuo, e pure i suoi amici. È davvero una cosa étonnante vista dal mio punto di vista), partite di carte e ricchi premi e cotillon.
Certo, se si fossero impegnati, quelli della Maison de l’Italie non avrebbero potuto affiancare due persone più diverse.
Ma, nonostante i vostri saggi consigli su cui molto ho riflettuto, non credo che – per ora almeno – presenterò nessuna istanza ufficiale di lamentela. E cosa mai dovrei dire, a quelli della reception? Brontolare perché lui cena alle 9.30? Perché non è mai da solo? Perché non dorme 8 ore di fila? Nulla di tutto questo è vietato dal regolamento. Quest’ultimo prevede solo il silenzio dalle 11 in avanti. Io non lo so, se lui smette di ridere e chiacchierare alle 11. Credo che verso le 11.30 tutti ritornino a casa, ma non posso dirlo, perché, grazie alla più strabiliante scoperta degli ultimi anni, i tappi per le orecchie, io dalle 10.30 mi isolo nel mio mondo e buonanotte a tutti. Per ora questo è il nostro ménage. Faccio un po’ fatica a volergli proprio bene, perché, se fosse per me, io, dopo una giornata faticosa, finita la cena, prima di dormire, mi godrei volentieri un po’ di sano silenzio, o perlomeno un’atmosfera diversa da quella di un SUK, ma tant’è.

Ulteriori sviluppi vi saranno presto comunicati. Ora, me ne vado a mangiare una crepe nel parco.
Ah, e Buon primo Maggio a tutti – quasi quasi mi dimenticavo. Con l’augurio che abbiate un lavoro vero e che questo vi permetta dunque di festeggiare.

3 commenti:

  1. Beh, dai, se il tutto si risolve entro le 23:30, direi che Al-V. (se è arabo, ci vuole l'articolo! :-) ) è un vero signore, e che il maggiore problema resta la sinfonia dei cassetti alle 5 antimeridiane.
    In ogni caso, sembra un vero compagnone... io punterei a chiedere un po' d'olio (mi par più facile della farina), con la sottesa intenzione di farsi invitare a cena!
    Guarda, io ricordo certe cene improvvisate alla CitéU che erano dei veri capolavori! E una si è conclusa addirittura con una sonata di liuto! Merveilleux!

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  2. La tua descrizione iniziale mi ha fatto un po' male, però. Mi dicono che si chiama invidia.

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