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lunedì 9 maggio 2011

Verso l'infinito e..stop.

Voi non trovate che le scadenze siano una cosa meravigliosa?

Io ne sono una fan incallita e quando, per un motivo o per l'altro, la vita non me ne fa pervenire a sufficienza, me le creo da sola, per mezzo di fàtici messaggi auto-lasciatimi nell'agendina o nei post-it che girano per casa (anche il mio viscerale amore per questi due generi di prima necessità, ovvero le AGENDE e i POST IT rientra nella medesima categoria di affetti).

Per esempio, dalla giornata di ieri: "Tinni, bisogna che ENTRO domani trovi delle simpatiche ricette in cui sia previsto l'uso della creme fraiche! (visto che la vendono solo in confezioni-famiglia e si sta avvicinando la data di scadenza, n.d.r.)

Poi mica l'ho fatto, quello di trovare le ricette (anzi, se qualcuno ne conosce di alternative e gradevoli, si faccia pure avanti!), però la scadenza, con quel suo imperativo bisogna, la sua forza incanalatrice, la sua impegnata urgenza (simile ad un'altro tipo di urgenza di cui Campanellino è una dotta teorica), il suo serioso ed impettito monito, mi fa venire voglia di vivere, di indossare il grembiulino della prima elementare, di ricominciare con un nuovo un, due, tre, via, di barrare caselle, di rispondere a sondaggi, di aprire libri, di consultare saldi bancari, di prenotare treni.

Credo, auto-freudianamente parlando, che tutto ciò possa anche essere messo in relazione con la mia dotta ed innovativa tesina di fine quinta superiore, che aveva come argomento il senso del limite. Con pomposità retorica ed ingenua sete di comparazione (bisogna in effetti che mi metta a cercarla, quella roba, sarebbe simpatico rileggerne dei pezzi), infatti, citavo Leopardi ed Edipo per provare che è la barriera che rende bello il panorama, che è il confine che rende prezioso un terreno, che è la regola che valorizza la società civile.

E, tutto ad un tratto, mi sono poi ritrovata a studiare i cataloghi epici, dove la cornice è tutto, dove il poeta conclude con "e avrei potuto incontrare tanti altri eroi del passato, ma..." (cf. Od. XI 630-635), dove la selezione fa intravedere la completezza, dove l'infinito può fare capolino solo tra le maglie di una rigida formularità.

Una simile, folgorante, carriera di studi non potrà che condurmi ad un ridente futuro professionale nel campo ... nel campo....mumble... dei campanari? ..dei progettisti di marchingegni per regolare le file nei supermercati con i numeretti? ...o forse poiuttosto della segnaletica stradale orizzontale?

Quel che è certo, è che, per quanto mi riguarda, se qualcuno mi dice che sono una ragazza limitata, io, ecco, non lo prendo per niente come un'offesa.

5 commenti:

  1. Una: creme fraiche e crème de marrons, sul pane.

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  2. mhmhmh...semplice ma sfiziosa! Grazie mia cara!

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  3. Ricetta: boscaiola (ricordi?).

    Io sono fermamente convinta che la tesina di quinta sia una fonte indispensabile per l'autoanalisi. Ad esempio, la mia era sull'attesa... ;)
    A me piace darmi limiti impossibili e redigere sontuosi planning per il gusto di non rispettarli e avere così validi motivi che alimentano il mio costante senso di colpa. Sono un genio.

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  4. ahahah! Mi sono troppo immedesimata in questo post.

    A breve un articoletto su TUTTI i tipi di urgenza come sproni a dare del proprio meglio.

    In generale, io sono una fan delle scadenze a breve. Adoro quella sensazione di disperazione che mi trovo ad assaporare quando mi sento dans la merde... (in francese suona più gentile).

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  5. A me le scadenze mettono ansia. Ho già le palpitazioni solo a leggere il post. :-)
    ilcomizietto

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