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lunedì 5 settembre 2011

Ancora sul Dolore

Ne è passato e non ne è passato, di tempo, da quelle riflessioni sul Dolore. A pensarci sembrano anni, chilometri, mondi fa. Eppure tante cose sono le stesse; sei lì, galleggi, sorridi, strizzi qualche occhio a destra e a manca, e quando meno te lo aspetti te lo ritrovi , dietro l'angolo, con il suo sorrido beffardo, Il Dolore.

L'altro giorno, in uno di quei giorni dove il Dolore ti incantona e ti parla a macchinetta, mi sono fermata un attimo e ho scarabocchiato poche righe su un'agenda.

Oggi, invece, che pure è uno di quei giorni lì, anche se per fortuna Lui sembra più debole, malaticcio, meno efficace, è distratto, ogni tanto riesco a distrarlo e zac! scappo via finché non mi riagguanta, oggi ho trovato, in un bel blog che conoscevo poco, questo post.

E il post diceva esattamente quello che, aggrovigliata in un Dolore di ben altra portata e drammaticità, avevo scritto io in quelle poche righe d'agenda.

Che il Dolore è stronzo, sì, e molto. Ma è solo quando realizzi che non lo senti più, fosse solo per un minuto, fosse anche per un battito di ciglia spensierato, è solo allora che addenti la vita, che ti senti vivere. Non quando le settimane di gioia scorrono l'una dopo l'altra come acqua da una cascata in primavera, non quando tocchi quelle vette di grazia appuntita che ti sbattono il cuore da una parte all'altra del petto, non quando la routine dell'oggi ti spinge come un cliente dietro di te in fila, ma solo negli attimi tra un Dolore e un altro.

E finisce pure che lo devo ringraziare, 'sto stronzo.

6 commenti:

  1. Non ci avevo mai pensato, ma è una delle cose più vere che abbia mai letto.

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  2. fa male anche a leggerlo, già

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  3. Come quando uno si accorge della sensibilità dei nostri piedi quando ci entra nelle scarpe un sassolino anche microscopico ma duro che duro e ti devi fermare e aprire i lacci della scarpa, farlo scivolare fuori, rimettere la scarpa, richiuderla ed allora, solo allora, ti potrai rendere conto di quanto sollevato sia il piede e la sua pianta di non dover ancora soffrire il corpo estraneo.

    Il sollievo dal dolore, quasi uno stato di grazia.

    Un pensiero di vicinanza a tutti i sofferenti.

    Marcolino

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  4. Vediamo... dovro' passarti una copia di "Dolore, appunti" prima o poi. Ad ogni modo sembra che abbiamo un amico in comune. Un amico beffardo e sottilmente esperto nel sarcasmo di primo sale. Non credo di volergli dare una posizione di merito anche se ironicamente, quindi preferisco che si prenda avidamente quella parte silenziosa di me. Tre passi piu' in la', invece, un altro me direbbe che c'e' un unico modo per circuirlo: la distrazione. La distrazione che consapevolmente ricalca sul giorno prima una pagina bianca, la stessa su cui scriverai il giorno dopo. Una vecchia barzelletta che acquisti a prezzi ridicoli in una di quell bancarelle smarrite in remoti angoletti di mercati d'altrove.

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  5. @JD: ma non è che per caso la fisica insegna qualche trucchetto di elettromagnetismo per liberarsi di Lui? La letteratura greca offre solo una lunga lista di compari nella stessa barca, ma di più non dà..
    Forse l'unica è trovare dei buoni alleati.

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  6. A proposito dei trucchetti elettromagnetici la risposta e' quella che tutti immaginano (d'altra parte se ne avessi non li direi mica facilmente!!), anche se sarebbe bello avere un aggeggio che per amor di discussione potremmo chiamare Electromagnetic Anti-Sadness Device (EASD, che sembra una droga). Un alleato che mi e' stato utile ieri sera e' una tromba. ~

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