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martedì 18 ottobre 2011

La famiglia Verbi Greci

Il greco antico è una lingua bellissima. Ogni tanto me lo dimentico ma per fortuna che c'è Qualcuno che mi riporta alla mente il concetto.

In greco il verbo non si classifica per prima cosa in base al tempo; quando il Verbo Greco ti dà la mano, insomma, non ti dice buongiorno, sono il Presente, oppure buonasera, mi chiamo Passato. No, questo lo fanno i banalissimi Verbi Italiani, che amano le tabelle di excel e i completini intimi abbinati nonché scomodissimi.

Il Verbo Greco invece, quando ti stringe la mano, ed è una stretta di mano interessante, quella del Verbo Greco, un misto di sfuggevolezza e curiosità, insomma, quando ti si presenta, Lui ti dice che aspetto è.

E, attenzione, non intende mica dire che aspetto HA, nel senso in cui si direbbe ehi tu, hai un bell’aspetto oggi!, ma vuol proprio dire che aspetto E’.
Sì, perché il Verbo Greco HA gli aspetti, prima dei tempi.

Ed è l’aspetto una delle cose che fanno del greco una lingua filosofica, una lingua saporita, una lingua bellissima. Perché il greco non guarda ad un’azione dal punto di vista del momento in cui è avvenuta, non gli interessa se lo hai fatto ieri, oggi o se lo farai domani. A lui interessa come lo fai.

E quindi c’è l’aspetto Durativo, che è quello che tratta le azioni che sono en train de, oppure che si svolgono sempre, giorno dopo giorno, che ci provi e ci riprovi e che sbatti sempre contro alle stesse cose. L’aspetto durativo è uno scalatore di montagne, ma non per il gusto di arrivare in cima, proprio per il bello di mettere lo scarpone, passo dopo passo, sopra ad una roccia sempre uguale, sempre ostile, sempre dura. Eppure farlo ogni volta, e combattere suola contro spuntone, e riprovarci senza stancarsi mai. Durativo è uno che sa aspettare, aspetta ore e ore sotto la pioggia se la persona che attende vale la pena. E anche se non la vale, ché lui non sa certo prendere decisioni su due piedi, meglio stare lì, forse è proprio la prossima auto che svolta alla curva, dai, sarà lei.

Chi invece si spazientisce subito e dopo poco sbotta in un basta, da oggi questo con me ha chiuso, troppo ritardatario è l’Aspetto Compiuto, detto anche Perfettivo. Lui è quello che si occupa delle azioni che danno un risultato e degli effetti presenti; quello delle cose che si evolvono e arrivano ad un dunque. Ecco, a lui piacciono proprio i dunque, i pertanto, gli un, due, tre via. Perfettivo ama le caramelle alla menta e odia quelle con il ripieno, perché non sai mai quello che ti capita. E' il boss dell'organizzazione, delle decisioni, delle valutazioni, dei pro e dei contro. Date un'agendina in mano a Perfettivo, e ne uscirà una vacanza. Dategli una stanza vuota, e troverete una cucina. Dategli del tempo libero, e lui ne uscirà distrutto.
Eh sì, perché se c'è una cosa che proprio Perfettivo non sa fare, è contemplare.

Ma a contemplare non è bravo neppure Durativo, beninteso. Contemplare è quello che riesce bene al terzo dei fratelli della famiglia Verbi Greci, all'Aspetto Assoluto. Assoluto è l'ombroso della famiglia, quello che voleva fare filosofia e i suoi l'hanno iscritto di peso a Giurisprudenza e allora lui ha mollato dopo diritto penale ed è andato a fare il bibliotecario. Assoluto gestisce le azioni in sé e per sé, le Azioni con la A maiuscola, quelle che nel libro di grammatica del ginnasio sono definite come punti (quelle del durativo, invece, la prof te le spiega con la linea e quelle del compiuto con un cerchio). E lo sa anche lui, che, detto così, nessuno mai capisce davvero di cosa lui si occupi. Ché le altre due categorie di azioni sono più facili da spiegare, da immaginare, da raffigurare. La sua, invece, no. Ma lui va fiero di questo, a lui piace il buio e la poesia ermetica, odia il calcio e ama il baseball, si diverte a guardare i film che nessuno capisce e si annoia a sentire la radio. Le sue azioni, in effetti, sono un po' come lui: multiformi e sfuggenti. L'aspetto assoluto di un verbo, infatti, può indicare l'inizio di un'azione, oppure un'azione di cui non interessa la durata, oppure ancora un'azione momentanea in senso stretto, che appena la guardi è già svanita.

E così i tre fratelli Aspetto popolano l'universo della lingua greca camminando a braccetto nonostante le loro incompatibili diversità. E visto che, in fondo in fondo, sono dei tipi umili e alla mano, ogni tanto si incontrano a casa dell'Indicativo con anche i fratelli Tempo e li aiutano a fare i compiti e dopo giocano a pallone in cortile insieme (però Assoluto fa l'arbitro).

E ciascuno di noi, a ben vedere, predilige uno dei tre fratelli. Tinni, ad esempio, per tutta la sua vita ha cercato di conquistare Compiuto e di fidanzarsi con lui, perché voleva sistemarsi e pianificare tante belle vacanze insieme. Ma di recente si è resa conto che è inutile perché Compiuto non la vuole, è troppo intento a riordinare la camera per accorgersi di lei, e allora sta facendo un pensierino sugli altri due, anche se non ha ancora ben deciso su chi puntare, stavolta, se su Durativo, con la sua bonaria ingenuità e la sua facciotta tonda e concentrata, o su Assoluto, con quel ciuffo di capelli che scende sull'occhio destro e la puzza di fumo sulla giacca di velluto che fa tanto uomo colto.

Voi, chi le consigliereste?

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