Oggi mentre guidavo immersa nel giallo e nel rosso e in tutte le quattrocentomilamiliardi di sfumature che conducono dal primo al secondo senza passare dal via e sembra proprio che il cielo di Novembre sia stato progettato per dare alle povere foglie stremate da sei mesi di fatiche l'ultima, grandiosa, apparizione sul palcoscenico della natura, perché se non ci fosse quel grigio profondo e desolante come farebbero gli alberi ad essere così sgargianti, insomma, mentre guidavo nell'autunno emiliano ho visto, sopra di me, una perfetta colonna di uccelli in volo.
Una colonna perfetta, dicevo, che volava verso un caldo inverno lontano da qui, perfetta se non fosse stato che un solo uccello - forse si trattava di gru? - volava affiancato ai suoi compagni di viaggio, e più precisamente verso il centro della colonna, quasi fosse il cane di guardia del gregge, la scorta fedele, la mamma vigilante.
E allora - che tanto adesso lo sapete bene anche voi, che viene la parte etica, che a Tinni piace tanto - mi sono soffermata a pensare agli uccelli dentro alla colonna e a quello fuori. E a chiedermi se mi piacerebbe di più essere gli uni o l'altro; se sono più gli uni o l'altro.
E ci sono stati momenti, come durante gli ultimi due mesi, in cui ho creduto senza esitazione di essere un uccello fuori dal coro, di essere il conto che non tornava e, ovviamente, l'uccello che chiunque nota quando alza gli occhi al cielo e vede che non tutti sono in fila. Ma alla fine di tutti questi momenti mi sono accorta anche che stare affiancati invece che in bell'ordine orizzontale comporta sforzi molto maggiori, ché non c'è nessuno che ti taglia l'aria; ma soprattutto che se stai lì non è per ricevere più applausi, o meglio, non solo, ma se stai lì devi anche occuparti della fila, prenderti cura dell'ultimo e sapere ciascuno a che ritmo va.
E allora non ne ho avuto più voglia.
Sicché sono un paio di settimane che provo ad infilarmi in mezzo alla fila. E anche qui non si sta male, vi dirò. Che tu pensi per un sacco di tempo di essere l'unico che fa o vede o sente certe cose e invece, zac, all'improvviso, da lì in mezzo, cominci a sentire le altre gru che chiacchierano per passarsi il tempo e guarda un po' parlano delle stesse cose di cui pensavi di essere l'unico ad occuparti. Solo che ne parlano in altre lingue, con altri accenti, con altri dialetti, con altri toni di voce. Ma le cose sono sempre quelle. Che poi è anche una bella fregatura.
In conclusione, ho pensato quando ormai ero arrivata a casa e parcheggiavo la panda e la colonna di uccelli volava già chissà dove, forse anche le gru fanno così: non c'è mica una sola star; non c'è una sola gru che gioca sempre a fare il cane pastore. All'inizio della prima tappa del loro lungo viaggio verso sud si siedono ad un tavolino ed estraggono a sorte con la pagliuzza più corta il primo che farà l'uccello che vola affiancato, e poi, a turni di cinque ore l'uno, dopo di lui si andrà a rotazione, seguendo l'ordine con cui sono sedute intorno al tavolino.
Cara Tinni,
RispondiEliminahai scritto e detto giusto: in questo mondo di umani in fila nelle macchinine oppure nel mondo degli uccellini e delle gru in fila per la migrazione esiste la "turnazione".
Magari non sarà proprio di cinque ore per tutti, sai le differenze di età e di allenamento rimangono a fare la differenza!
Ecco che allora la turnazione si farà al momento che ognuno sentirà giunto il momento di cedere il posto di guida o di controllo o di angelo custode.
E come lo farà? Semplicemente si metterà di fianco e lascerà che lentamente tutta la fila lo superi con regolarità, fino a raggiungere l'ultimo della fila, dietro al quale si potrà inserire dolcemente.
Hai mai visto una corsa di ciclismo? In testa capita di vedere un piccolo gruppetto di tre o quattro o cinque o simile numero di corridori. E' sempre il primo della fila quello a fare l'andatura e tira a sé tutti gli altri. Ma fare l'andatura costa fatica, si apre l'aria, ecco che spesso si volta verso il secondo o il terzo per chiedere anche solo con uno sguardo d'intesa il cambio come apripista e come guida veloce.
A volte il "cambio" di guida si trova all'istante, altre volte il secondo non ne vuole sapere di dare il cambio e fa lo "gnorri", ignora la richiesta continuando a pedalare con la facilitazione di essere secondo.
Ecco, la morale per noi esseri umani viventi: ricordiamoci di dare il cambio al fratello di genere che lo chieda lungo la strada.
Non facciamo sempre gli gnorri.
Marco
http://www.youtube.com/watch?v=YQNUrkw0D2A
Io credo che l'importante sia fare qualcosa che piace, a prescindere dal fare l'individuo alfa o beta. E non è facile.
RispondiEliminaUno stormo di uccelli, contrariamente a quanto viene da pensare, non ha un leader. Agisce in modo armonioso perché ogni singolo uccello segue un insieme di regole di base, che lo portano ad imitare l’atteggiamento dei propri vicini. QUI. Ciao.
RispondiEliminaL'ULTIMO CHE GIRA PAGA DA BERE
RispondiEliminaGentile Alberto,
nel post del blog da te indicato si parla di una compresenza di "bottom up" e di "top down" (se vogliamo tradurre con "dal basso in alto" e "dall'alto in basso", dal leader in giù in questa ultima accezione).
Ecco che allora a me viene di pensare, ammirando le evoluzioni aeree dei grandi stormi in formazione volante, che ora il leader è il primo ad avanzare in una direzione, fino a cambiare repentinamente quando un altro nuovo temporaneo leader magari sul lato destro vira alla sua destra per farsi poi seguire a ruota da tutti gli altri intorno a lui, a raggiera come il cerchio sull'acqua che si allarga.
http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=V71hz9wNsgs
Marco
@Marcolino
RispondiEliminaMolto interessante quello che dici, e anche spettacolare la scena, da prendere nota per le prossime osservazioni. Impressionante il video.
Visto che siamo in tema se qualcuno vuole vedere una grande stormo che fotografai attorno al grattacielo Pirelli di Milano QUI.