Ieri sera in pizzeria sono accadute due cose bellissime e, per una volta, le racconterò qui senza nemmeno corredarle del contorno filosofico-spirituale che di solito affetta gli aneddoti e le inezie che ho da dire, perché sono state regali in sé e non hanno davvero bisogno di alcuna carta lucida, né di fiocco.
Innanzitutto, ha vinto il Modena. Ma non è questa la notizia bella. Il fatto che il Modena, dopo tanto, abbia vinto, ha comportato infatti che sia tornato in pizzeria Guizzardi, che è in assoluto il mio cliente preferito, che prende sempre una salsiccia e una margherita (accoppiata vincente per quasi tutti gli over 65 del luogo) e la moglie gli concede di venire a prendere la pizza solo quando, appunto, il Modena vince, e lui - dal suo metro e venti scarso di altezza, con la faccia tonda e gli occhiali calati sul naso - puntualmente entra dalla porta a vetri verso le sette meno un quarto e ancor prima di salutare dice forza Modena in un modo convinto ma pacato, con l'accento cantilenato che ha la gente di qui, e poi saluta tutti, uno ad uno, e ripete sempre la stessa cosa - dacché io lavoro lì ma credo proprio anche da prima - oggi il Modena ha vinto e mia moglie mi ha lasciato venire a prendere la pizza, l'ho convinta, che fame. E io gli consegno la sua salsiccia e la sua margherita e aggiungo forza Modena eh, quasi fosse un mantra buono che convince per un attimo anche me, e lui sorride convinto e pacato e risaluta tutti e c'è tempo per un ultimo forza Modena apotropaico e poi tutti noi si rientra nella routine.
Sicché ieri ha vinto il Modena e Guizzardi è tornato a trovarci e già di per sé sarebbe stata una buona serata, anche solo per questo, e invece, verso le otto e mezza, quando la sala era piena e noi correvamo tutti da una parte all'altra del retrobottega, tra fritte e bresaola da tagliare, sono entrate un bel po' di persone insieme e uno di questi era un uomo che non avevo mai visto prima, un uomo con un sorriso dolce e i denti sorti, un uomo dimesso e semplice e forse non l'avrei nemmeno notato, in mezzo a tutta quella gente scalpitante, se non fosse che tutte le volte che allungavo l'occhio verso i clienti per dare una controllata alla situazione, lui era lì che mi guardava e aveva sempre quel sorriso dolce a metà. Ma c'erano sempre nuovi contenitori di rucola da tirare fuori e tonni da aprire in fretta e furia e dunque quel sorriso misterioso mi scivolava addosso lasciandomi solo una vaga sensazione di tepore. Fino a quando, circa un quarto d'ora dopo, ho tagliato e chiuso due mezzi metri di pizza capricciosa e ho gridato spedita il numero che si trovava scritto sul loro biglietto e a quel quarantasette un po' troppo sbrigativo - ma le fritte gorgogliavano nella friggitrice e bisognava anche scongelare broccoli per un quarto di americana - il viso sorridente e dimesso dell'uomo mi si è avvicinato e ha detto sono io.
Gli ho consegnato i cartoni, ci ho attaccato il grazie a lei arrivederci di rito, e pochi istanti prima che mi voltassi e ritornassi di là, l'uomo mi ha sussurrato posso chiederle una cosa? e io mi aspettavo qualche domanda sulla provenienza dei funghi o sulla cottura della pasta e invece lui mi ha detto tu sei Sofia?
Beh, perché io sono il papà di Lucia. E Lucia, per chi non se lo ricordasse, è lei, l'allieva di ripetizioni che qualche settimana fa compiva gli anni e benché la torta che le avevo preparato facesse mediamente schifo - quando distribuivano la capacità culinaria, mi piace ripetere, e la gente era tutta in fila allo sportello, prima di nascere, io devo essermi assentata, forse per fare pipì, perché non me la sono proprio ritrovata in dotazione, ma tant'è - ce la siamo pappate ridendo complici e la settimana dopo, mentre ero su un treno verso sud, verso le dieci e mezza ho ricevuto un suo sms che diceva solo ho preso otto meno nella versione! Ti stimo! firmato, la tua sedula discipula (ché lei si firma sempre così, in autonomia) e numerose faccine sorridenti a seguire, e la volta successiva mi aveva raccontato di essere corsa in bagno subito dopo la consegna dei compiti per comunicarmi la vittoria seduta stante e io avevo una gran voglia di abbracciarla ed è stato un po' come se lo avessi fatto, diciamo così.
Ma suo padre non lo avevo mai incontrato, benché vivessimo nello stesso paese. E così ieri sera, ad un tratto, ho dato un'identità a quel paio di occhi sorridenti e dimessi e mentre gli stringevo la mano accorgendomi solo al contatto che era tutta sporca di pomodoro e sudore lui mi ha detto Lucia è contentissima di lei, sa? Sembra innamorata del latino, adesso, davvero complimenti e grazie per quello che sta facendo per lei. Complimenti. Grazie.
E io mi sono dovuta voltare quasi di scatto per nascondere la fierezza e la commozione di quel momento e per ricordare a me stessa che ero pure sempre l'aiuto pizzaiola in una pizzeria d'asporto e le fritte, di là, gorgogliavano imperiose dalla friggitrice. Ho fatto solo a tempo a restituire il grazie e i complimenti per la figlia, e poi qualcuno ha chiamato uno di pancetta dolce e tutto ha ripreso a ondeggiare a ritmo di infornate e telefonate.
Però è stata una bella serata, sì, davvero.
E forza Modena.
Ecco, dai Sofia, vedi di fare qualcosa, che io è da una ventina di anni che evito di dare un esame di latino.
RispondiEliminaSai che le sfide mi piacciono, caro Disagiato. Vuoi che istituiamo un corso on-line oppure hai intenzione di trasferirti a Castelvetro per una summer school intensiva?! Comunque sia, io ci sono :)
RispondiEliminaGrazie ;)
RispondiEliminagoditele :D
RispondiEliminaGli allievi che superano gli esami che tu hai aiutato a preparare o gli ex allievi che quando ritrovi in giro ti ringraziano perché si trovano bene alle superiori, sono la più grande soddisfazione per un insegnante, spesso l'unica, ma veramente grande!!
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