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lunedì 7 maggio 2012

E se anche davvero

E se anche davvero tutti i minuti infilati come perle o come conchiglie rosicchiate in questa collana che è stata il tempo da un anno a questa parte, tutti questi infinitesimi di eternità attorcigliati uno sull'altro e impilati in mesi traballanti, questi passi nel fango e poi nell'asfalto e poi di nuovo nel fango e nell'asfalto, a tracciare un percorso di impronte accoppiate, tutti questi istanti, e sospiri e poi giorni e poi mesi non fossero serviti ad altro che a condurre a quel cristallino oggi, a quell'istante esatto e terso - saranno state sì e no le tredici e venti - di questa mattina che era già pomeriggio, che mentre fresca di piacevoli imprevisti prendevo a gran velocità una rotatoria immensa e addentavo un morso di pizza fredda lasciata da ieri e appoggiavo il braccio sinistro sul finestrino aperto all'estate ed ai piumini e nella testa mi formicolava il pensiero di come cucinare gli asparagi che sono di stagione, adesso, in quell'istante esatto e terso mi guardavo le spalle nude e mi dicevo sì, sto bene -?

E se anche davvero buttare all'aria una vita e ricomporla da zero come una frase di latino che non riesce al primo colpo, e soccorrere quel tizio morente dopo un frontale, per strada, e guidare nella neve, e prendere una casa da sola, e comprare biglietti aerei e poi stracciarli, e rispondere per trenta volte di fila al telefono sì sono ancora libera per dare lezioni a suo figlio, bere camomille prima di dormire e poi rientrare alle quattro con i tacchi in mano, e rischiare le dita nell'affettatrice e piangere per l'allergia e un po' anche per altro, se insomma tutto quello che ho ramazzato su con la scopa e la paletta e i denti stretti in un sorriso a volte tirato e a volte no, se tutto questo ambaradam non fosse servito a null'altro che ad arrivare al minuto venti delle ore tredici di questo oggi cristallino, e al mio guidare nel vento caldo con Amélie in sottofondo, alle patate della pizza che scivolavano sui pantaloni alla gioia per una visita improvvisata alla lista della spesa nel taschino alle occhiaie incurabili e al mio sentirmi, ma proprio per quell'istante lì e non prima e non dopo, la parte più bella di me stessa?

E se anche davvero ogni fotogramma, appaiato in pagine e pagine di album, ed in esso ogni scottatura, ogni nota, ogni storta, e tutte le caramelle, le pagine, i cancelloni, e ancora le cartoline i brindisi ed i biglietti dei treni, se davvero ogni istantanea di questa ultima curva di vita non avesse avuto nessun altro scopo che quello di condurmi qui, o meglio , in mezzo a quella rotatoria con il maglioncino già di troppo gettato al volo sul sedile provvidenzialmente vuoto a fianco e un sorriso da scema nel retrovisore al pensiero che è vero, ogni tanto si sta anche bene da soli?

Beh, se anche davvero, allora ne sarebbe comunque valsa la pena.

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