Di
queste due cose, in particolare, il pesce pagliaccio era grato al suo amico pesce-fondamenta sopra a tutte le altre: di averlo più volte prevenuto,
con i suoi consigli fondati e le sue perizie a lungo termine, dal
finire in più di un guaio (sentimentale, soprattutto) per colpa
della sua avventata tendenza a tuffarsi a capofitto, nelle onde e
nelle cose e, appunto, di avergli fatto l'onore di domandargli la sua
presenza al suo fianco, in quello che si preannunciava come uno dei
giorni più importanti della sua ittica e fondata vita.
Quando
gli era stata fatta questa richiesta – insieme all'annuncio delle
nozze – in un'umida serata di inizio ottobre, il pesce
pagliaccio aveva sperimentato,
per la prima volta in vita sua, una felicità in-condizionata dalle
vicende del suo privatissimo ego. Per la prima volta in vita sua,
aveva sentito il suo cuoricino e le sue branchiette gonfiarsi per una
felicità che era tutta per altri,
e questa piacevole sensazione di palpitazione gli aveva riempito
l'organismo per diversi giorni a venire, come una sensazione di
invincibilità e di sazietà. Per la prima volta in vita sua: se lo
ricorda bene.
Ed
era stato così che il pesce pagliaccio si
era messo di buona lena per far fruttare al massimo i suoi talenti
organizzativi e creativi e aveva investito tutta questa energia buona
e gonfia di gioia nei preparativi più scoppiettanti che la barriera
corallina potesse ricordare, in attesa dell'evento dell'anno: le
nozze di pesce fondamenta con
la sua anima gemella.
E
sarà il caso che ci soffermiamo anche un istante sul co-protagonista
di queste nozze tanto attese; sì, perché il nostro bravo pesce
fondamenta pareva aver trovato
finalmente la specie perfetta per lui. Si era fidanzato, infatti, con
un esponente generoso e vivace della specie – anche questa
piuttosto sconosciuta per i non adetti ai lavori – dei pesci
sognatori. I pesci di questa
specie sono accomunati, come il nome stesso sembra suggerire, da una
singolare percezione nei confronti del futuro: sembrano, anche nel
loro aspetto fisico, con quella peculiare posizione della testa (la
cosiddetta “testa cavallina”), guardare sempre verso l'alto; sono
propositivi, energici, amano correre appena sotto il pelo dell'acqua
e vengono spesso impiegati, nei cantieri di costruzione e
ristrutturazione corallina, per la loro buona volontà e la vera e
propria passione per la sfida lavorativa.
Tra
il nostro volitivo pesce fondamenta e
il pesce sognatore in
questione era stato – come voi tutti potrete immaginare – amore a
prima pinna: le loro attitudini personali, unite a due caratteri
allegri e giocosi, sembravano fatte apposta per armonizzarsi e
vincere ogni ostacolo. Il loro matrimonio era stato pertanto accolto
da tutta la popolazione ittica del distretto corallino come un grande
evento consacratorio.
Pesce pagliaccio,
da sempre ben conscio della responsabilità dei ruoli che assumeva,
si dava da fare senza posa: con la fidata collaborazione degli amici
di sempre aveva approntato tutta una serie di gag,
colpi di scena, regali, personalizzazioni; senza dimenticare le
immancabili preghiere dei pesci-fedeli. Per quasi un anno intero si
era sentito tenere vivo
dal quel fluire continuo di energia bella dal suo cuoricino,
attraverso la sua pinna caudale, fino alla concretizzazione in
oggetti, biglietti, pensieri. Ed era stato (quasi) sempre felice.
Poi,
il primo di agosto 2015, il grande giorno era finalmente arrivato: il
tempo oceanico non era dei migliori, con tutte quelle correnti fredde
di passaggio, ma l'impegno, l'amore e l'entusiasmo dei partecipanti
tutti avevano riscaldato le acque rendendo la giornata un profluvio
di emozioni e allegria. I due pesci neo-sposini avevano intrapreso la
loro avventura, cominciando da una nuotata di nozze all'altro capo
del mondo, nel mar Mediterraneo addirittura.
Tutto,
insomma, era andato nel migliore dei modi.
un'istantanea dalle nozze |
Pesce pagliaccio
aveva gestito con sapienza e passione tutti i momenti che dipendevano
dalla sua organizzazione; si era tanto impegnato – con una buona
dose di training autogeno
preliminare – per non occupare lui tutta la scena, per lasciare
spazio agli sposi, per non parlare troppo, per non guizzare in
maniera così repentina da attirare l'attenzione. Gli sposi lo
avevano ringraziato di cuore. Lui era felice.
Eppure.
Eppure,
dopo tutto un anno speso a dare forma concreta a quell'energia
gioiosa con cui si era tanto sentito gonfiare le branchie ad ottobre,
nei mesi successivi al matrimonio pesce pagliaccio
si era sentito come afflosciato. Nessuna canzone più da inventare,
nessun biglietto da ideare, nessuna organizzazione in corso: come
dimostrare, ora, ai suoi due pesci innamorati che, lui, a loro voleva
sempre tanto bene?
Sarebbero
bastate tre semplici parole – direte voi – oppure un invito, un
messaggio, un abbraccio al momento giusto, però, se avete letto con
attenzione questa storia strampalata fino a qui, saprete anche bene
che S. il pesce pagliaccio,
in queste cose, non era bravo per niente. Si riprometteva sempre di
provarci, ma poi veniva puntualmente risucchiato in un vortice di
pensieri, ansie e parole inutili e il tentativo finiva abortito sul
fondo dell'oceano. Sentiva bene, questo sì, che pesce
fondamenta e pesce
sognatore continuavano a
considerarlo l'amico di sempre, ma lui, quell'energia dolce e buona
che aveva accumulato a partire da ottobre 2014, ce l'aveva sempre
dentro, e avrebbe tanto voluto darle voce più grossa, concretizzarla
di nuovo, farla scoppiettare come prima.
Solo
che, in quell'anno di vita e di nuoto, le occasioni grandi e
scoppiettanti, semplicemente, non c'erano state. Solo una fila pacata
di giorni, come ami uno dopo l'altro, in cui stare vicini a guardare
i coralli. In cui volersi bene sopra ad un divano. In cui mangiare
vermetti allo stesso ristorante. In cui raccontarsi le proprie,
insignificanti eppure vere giornate.
Ed
è stato allora che a pesce pagliaccio è
venuta in mente l'idea di questa storia. A lui, sì, che proprio non
ce la fa a festeggiare con le cose normali e voleva comunque dare
corpo a quella forza palpitante che sentiva dentro, provando, questa
volta, a metterla per iscritto, nero su bianco. Un primo passo verso
la normalità – mi ha detto, chiedendomi di prestargli la voce e la
penna e di battere con mani umane questa semplice storia ittica, che
a me, peraltro, è piaciuta tantissimo. Ho subito acconsentito con
entusiasmo.
Mi ha
ricordato voci e volti noti, chissà perché.
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