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domenica 12 marzo 2017

chiarimento:

Prima mi sono trovata tra le mani questo.
Poi mi è venuta l'idea di leggerlo in classe, in prima, una prima sgangherata e a tratti impertinente, che mi sono trovata in regalo come una bici scassata a inizio primavera, e allora via andare, tra il clangore dei pedali e i freni malmessi.
Poi ancora, su due piedi, a lettura appena conclusa, ho deciso di assegnare a ciascuno di loro un elogio sulla falsa riga di. Che glorificasse qualcosa di minuto eppure fondamentale, di quasi invisibile ma pervasivo, nelle loro vite, nelle nostre esistenze.
Due settimane dopo (tre per Max, che non aveva capito un accidente della consegna, due e mezzo per Stefano, che aveva scordato il quaderno a casa, e tre e tre quarti per Andreina, che se ne stava beatamente in settimana bianca coi ricchi suoi simili) la mia cartellina rosa e viola - un regalo da Parigi - traboccava di elogi variopinti (nel vero senso della parola: ben tre su ventitré erano dedicati ai colori) e appassionati.
E' stato così che ci siamo messi a leggerli tutti - solo una superficiale correzione da parte della prof, ad eliminare sbavature e regolare tempi verbali - secondo un copione ben stabilito: tre al giorno, tutti i lunedì mattina (prima ora: servono per cominciare bene la settimana).
Sono contenta. Loro (sembrano) pure.
Ma mancava ancora qualcosa: mancavo io, mancava il mio elogio.
Lo trovate nel post precedente, in anteprima sulla mia prima: a loro lo leggerò domattina, e chissà, speriamo non abbiano troppe correzioni da fare.

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