MOLTEPLICI INIZI.


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venerdì 14 gennaio 2011

Latinorum

Oggi, nella blogo palla (cit.), ferve un'atmosfera costruttiva. E' uno di quei giorni in cui sono contenta di essermi creata un account Blogger e di aver conosciuto questo mondo in fermento. Sarà forse stata l'uscita madida di acume della nostra Mary Star a proposito di Scienza delle Costruzion...ops, Comunit.., ops, no, come diavolo si chiama, ah sì, Scienze della Comunicazione, ad aver lanciato l'amo sul senso dello studio, delle materie di studio, e degli indirizzi delle scuole e università, chi lo sa, se dobbiamo essere davvero grati a lei, ma fatto sta che stamattina lo Scorfano - tramite l'accogliente Sempre un po' a disagio - ci ha esaltato tutti con la sua perorazione a favore del latino al liceo scientifico. Poco dopo, la riflessiva Ipazia, ha controbattuto a distanza con un disilluso e stimolante post in cui si chiedeva se davvero valeva la pena di costringere tante menti già ripiene di lacune ad affrontare anche l'impervia montagna latina. Da lì, i commenti al post di Scorf si sono moltiplicati, diramando punti di vista diversi e anche più o meno condivisibili, ed è proprio leggendo questi ultimi che mi sono decisa a dissertarne anche io, a casa mia, che tanto mi leggono i soliti fedelissimi e lo sapete benissimo tutti dove voglio andare a parare quindi in realtà lo scrivo un po' per me, a mo' di appunti a memoria futura. Fine del flusso di coscienza.
Io, sinceramente, sono stanca di sentire la solita domanda A cosa serve?. Posso dirlo? Sì. Che palle. Nulla serve, di quanto si insegna a scuola (e qui concordo pienamente con quanto commenta Comiz sempre in coda allo Scorfano): vi è servito saper risolvere un'analisi di funzione? Io, e mi ricordo solo questo, ero bravissima (oltre che modesta) a farle, ma ora non mi ricordo più nemmeno che forma ha, una funzione. Vi è servito conoscere le leggi della fisica? Io ho perso praticamente tutto, e per capire cos'è che porta alla creazione dell'arcobaleno ho avuto bisogno dell'umiltà di una bambina di sei anni e della pazienza di suo padre, per arrivare ad averlo chiaro in testa. E le pagine del libro di biologia? e quelle del libro di scienze della terra? Vuoto totale. Non mi ricordo più nulla nemmeno di storia moderna, e quando, e se, un giorno mai dovrò affrontare un esame per l'accesso all'insegnamento, saranno guai seri.
Le materie, tutte, servono nella stessa maniera in cui serve la Scuola. Qualcuno mi può rispondere alla domanda: a cosa serve la scuola? Mettendo un attimo da parte le - non numerose - facoltà universitarie dove si approfondisce lo studio di una o più materie imparate sui banchi (lettere, biologia, filosofia, arte ecc), per uno che si iscrive poi a Giurispridenza, a Scienze della Comunicazione, ma pure ad Economia o a Psicologia, a che cosa cavolo sono servite tutte quelle ore chiusi in classe? Tanto, poi, uno all'università ricomincia più o meno da zero, nuovi linguaggi, nuove competenze, nuovi professori.... e allora?
Bhe, io credo che il nucleo del problema stia tutto qua. Se si ammette - per un milione di motivi possibili - che la scuola serva, allora ne consegue che servono le materie che vi si insegnano, che, per essere state scelte e comparire lì, nei bei (?) programmi ministeriali, hanno certamente una ragione di vita. Sempre lo Scorfano (botta di autostima notevole, per lui, a leggere 'sto post), tra l'altro, ha scritto tempo addietro un testo magistrale, sulle varie ragioni concrete e specifiche per cui è utile il latino, e quindi, per ciò che riguarda la materia in sé (le riflessioni si possono tranquillamente ampliare al 'cugino' greco), rimando direttamente alle sue parole, che condivido in pieno.
Però, sopra a tutto, il latino serve perché è parte della scuola, perché significa conoscere Professori di quella materia bravi e non bravi, significa imparare a capire perché un Professore è bravo e l'altro è meno bravo, significa apprendere a studiare nel pomeriggio, a cacarsi sotto per un compito in classe, a scegliere o meno di copiare e di far copiare e, cara Ipazia, forse significa anche, in alcuni casi, dover ricorrere a propria volta ad un Professore di ripetizioni che, magari, forse, forsissimo, in un caso su un milione, ti farà accendere una fievole luce in fondo al tunnel dei verbi deponenti, oppure sarà anche solo semplicemente una persona simpatica che è incredibile che uno così in gamba e allegro e simpatico e ggiovane studi una roba così pallosa mah io non so proprio come fa resta un mistero. Oppure ancora no, sarà allora una materia utile perché ti farà avere una grave insufficienza (e questo, al latino, gli viene bene quasi quanto alla matematica) e magari anche ti farà bocciare. La Scuola è questo, la Scuola è un po' un pezzettino di vita, e il Latino fa parte di lei.

7 commenti:

  1. Sottoscrivo verbatim.
    ilcomiziante.di.corsa

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  2. sapere di non ricordare assolutamente nulla di tanto che avevi studiato, e essere ben consapevoli di essersi comunque dedicati solo a un misera minuscola parte di quanto avrebbe potuto costituire un'indagine esauriente dell'argomento (uno dei mille possibili) ci rende, potenzialmente, un po' meno presuntuosi... almeno quello.

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  3. sinceramente, per quello che insegno e per il modo in cui insegno io (interdisciplinarietà, interdisciplinarietà), devo dire che mi serve quasi tutto - anzi, sono felice, da prof di lettere, di avere la maturità scientifica, perché altrimenti non so proprio come me la caverei, in certe situazioni.
    diciamo che la scuola "di base" dovrebbe "servire" a dare quegli strumenti minimi essenziali di comprensione del mondo in cui viviamo e, secondo me, anche a far capire ai ragazzi quali sono i propri gusti, desideri, inclinazioni,capacità - spesso o a volte non ce la si fa, ma questo è un altro discorso. per quanto riguarda le coseche "non servono" (la letteratura, ad esempio), io dico sempre due cose, ai miei alunni:
    1) che se l'uomo si fosse limitato alle cose che gli "servivano" saremmo ancora lì a scheggiar pietre.
    2) che il bello di queste materie è proprio la loro "inutlità", come un vestito belloal posto di uno brutto o il dolce a fine pasto.

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  4. Bello il punto di vista della prof di lettere con la maturità scientifica! Aiuta anche noi "feticisti del greco" a non crederci in assoluto i migliori!
    E io AMO il dolcino a fine pasto!
    Grazie, Lanoisette!
    P.s. ma tu insegni alle superiori o alle medie? Dal tuo post di oggi MI AUGURO sia alle medie.... ;)

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  5. "Se si ammette ... che la scuola serva, allora ne consegue che servono le materie che vi si insegnano"

    Se la torta e' dolce, allora la farina, l'olio, il lievito, ecc. sono dolci.

    " ... che per essere state scelte e comparire lì, nei bei (?) programmi ministeriali, hanno certamente una ragione di vita".

    Come le mosche.

    Ciao, a presto.

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