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domenica 8 maggio 2011

Domenicosità - il ritorno

Dopo averci provato qualche tempo fa, oggi vorrei aggiungere qualcosa e precisare con alcune parole nuove la sensazione magica della domenicosità, declinandone la sfumatura che sto respirando in questo istante.

Sto respirando una domenica che fa seguito ad un sabato stancante e lunghissimo, terminatosi a notte inoltrata. E' quindi una domenica che sa un po' di nebbia, ha un sapore impastato e un colore ovattato. Ma quello che rende questa domenica degna di nota è l'essere stata trascorsa in attività puramente prive di scopo pratico, ovvero in chiacchiere.

E' una di quelle domeniche in cui, per magia, non hai niente da fare, nessun appuntamento, nessun esame da preparare, nessun compito da assolvere. E, magia ancora più grande, ti imbatti in qualcuno che magari non conosci nemmeno bene, sulla tua strada, ma che ha la stessa, aperta, morbida, rosea disponibilità di tempo vuoto.

E così, senza averlo minimamente programmato, finisci a passare un lungo pranzo, e poi un dopo pranzo, e poi un pomeriggio, come volando, tra racconti ed ascolti, tra una fragola e un boccone, tra una sigaretta e un sorso di bibita. Sei di norma in un luogo che non ha nulla di attraente, ma magari, anche se fuori da lì ci sarebbe un'intera Parigi da scoprire, sarà il tempo nuvoloso, sarà la stanchezza ancora da smaltire, o sarà più semplicemente quella sana pigrizia che solo la domenica sa sfruttare al meglio, ma tu fuori non ci vuoi proprio andare. E allora, dentro a quattro mura grigie, si parla di tutto, pur di non alzarsi: si imparano nozioni di ginecologia, si ascoltano racconti d'infanzia. All'inizio si ride anche, tanto, poi mano a mano che il pomeriggio avanza e rimane meno gente intorno a te, i discorsi si fanno seri, anche se mai pesanti. Si pronunciano nuvole di parole, si raccontano fumi di lenti ragionamenti, si assaporano ricordi come caramelle mou. Quando cala il silenzio, c'è sempre qualcuno, dall'angolo della sua sedia, che riporta la palla in gioco, che partorisce con calma una nuova domanda, che appoggia sul tavolo un nuovo argomento.

E tutto ad un tratto guardi l'orologio, sono già le sei! e senti sulla lingua il sapore del lunedì che fa capolino, ma non te ne preoccupi, c'è ancora tempo. Non tanto, ma c'è.

E' una domenica che assomiglia alle domeniche passate al cinema di pomeriggio, quando esci e c'è già buio, ma non è ancora tutto finito, finché c'è la cena all'orizzonte. Finché c'è cena c'è speranza. Mi ricorda anche, per altri versi, i pomeriggi umidi e confortanti passati sotto al tendone, in campeggio con i boy scout, quando la pioggia impediva alle attività programmate di svolgersi, e non restava altro che piazzarsi in buona compagnia nell'unico posto sufficientemente coperto, e aspettare. E, in quel genere di pomeriggi, come nella mia domenica di oggi, ti senti fiero di non aver minimamente voglia di fare alcunché. Ti gongoli in questa non-voglia, ti circondi di gente che si sente come te, ti allontani da chi propone giochi articolati, passatempi regolati, o peggio ancora da chi ti chiede di scavare le fossette intorno alla tenda. Se ora piove, ci penseremo quando smette.

E' una domenica che ti accompagna dolcemente, che ti riposa, che ti assiste. La Domenica chiacchierata ti regala qualche nuovo amico, qualche nozione in più, ma soprattutto un retrogusto di sonnolenta dolcezza che fai fatica ad abbandonare. E' ben diversa dalla Domenica attiva, che con le sue ansie ti fa spaventare al pensiero del lunedì incombente.

La Domenica chiacchierata è piuttosto un tipo rassegnato, ma sereno; è un signore di mezza età che ha da tempo accettato la sua pancia rotonda e le bretelle al posto della cintura. E' un gentiluomo che fuma la pipa e cammina con i piedi all'infuori, lentamente, scrutando con sguardo tranquillo e indagatore intorno a sé. Fa il medico, di professione, e ha sempre qualche aneddoto buffo in serbo, da raccontare agli amici. E' una Domenica che fa venire voglia di leggere i romanzi di Maigret, di riguardare vecchi cartoni animati in dvd. Anzi, non in dvd, in videocassetta, che, con il suo lento riavvolgersi che a volte si inceppa, mi sembra l'elettrodomestico a lei più consono.

Buona domenica, insomma. Tinni vi manda un abbraccio al sapore di caramella mou.

2 commenti:

  1. anche io mi considero un teorico della sundayness http://plus1gmt.wordpress.com/2011/01/31/sundayness-o-domenicosita-ovvero-spiegare-cose-la-domenica-negli-altri-giorni-della-settimana/

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  2. Si, in effetti avevo molto apprezzato il tuo post e avrei dovuto citarti, ma avevo poco tempo! Specialmente quando parlo di uscire dal cinema che è già buio, ti sono debitrice, in effetti: credo sia una sensazione così domenicale che più domenicale non si può!

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