A me l'articolo di Yves Bonnefoy su Leopardi e le parole è piaciuto molto. Meno - ma non per colpa del traduttore, bensì della lingua in cui opera - la sua traduzione di A Silvia, che, pacatamente, io ritengo, in italiano, insuperabile.
Mi ha fatto tornare in mente la quinta liceo, l'entusiasmo letterario dei miei diciannove anni, i banchi di scuola rovinati negli angoli che ti ci si smagliavano sempre le calze e il ripiano sotto di essi, pieno di libri di quiz per la patente, di foglietti scarabocchiati con citazioni filosofiche e amorose prese dalle fonti più svariate e, alle volte, di una sciarpa di lana a maglia alla quale lavoravo durante le ore di inglese (sì, è così, non ridete).
Credo proprio che inaugurerò una tinnica settimana leopardiana, riprendendo fuori dallo scaffale polveroso il mio Zibaldone di pensieri acquistato in quegli anni, unto e consunto. Sono dell'umore e della predisposizione d'animo giusti.
fare una sciarpa con le poesie sopra?
RispondiEliminate la compro.
promesso
Oddio la vedo un po' difficile, proprio dal punto di vista materiale... però grazie per la fiducia: magari quando verrà l'inverno ci proverò! :)
RispondiElimina"Quello che Omero diceva ottimamente per natura, noi pensatamente e con infinito artifizio non possiamo dirlo se non mediocremente". (Z8)
RispondiElimina"Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia". (Z58)
"E Virgilio, il quale cosa non ha tolto ad Omero?, nella seconda metà della sua Eneide riesce evidentemente languido e stanco". (Z2978)
Sarà una settimana memorabile. ("Che vuol dir / questa solitudine immensa? Ed io che sono?")
Ci conto! Grazie, Anonimo!
RispondiElimina