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lunedì 11 luglio 2011

La Spensieratezza

Quando qualcuno sta vivendo un periodo disorientato, uno di quei periodi in cui si vorrebbe correre via ma ci si accorge, guardando in basso, di avere i piedi nel cemento, la Spensieratezza si diverte, spesso, a fare a quel qualcuno uno scherzo ricorrente.

La Spensieratezza, che uno se l'è bella che dimenticata, dal basso del suo periodo pieno di grumi e nuvole e aggrottamenti di ciglia, ebbene, la Spensieratezza invece, lei, non si dimentica mai di nessuno.
E si diverte con questo giochetto: si mette in punta di piedi, leggera, scalza e frizzante, e si avvicina alla porta della camera di Qualcuno senza produrre il minimo rumore; si mette ferma in attesa qualche istante, tende l'orecchio per sentire se Qualcuno è lì dietro quella porta, e poi, d'un tratto, prorompe nella stanza con un BU! e una risata tintinnante.

E rivedere la Spensieratezza, anche se solo per qualche minuto (ne ha tanti, lei, di Qualcuno da visitare!), quando ti stai crogiolando in un letto pigro di lenzuola sfatte, fa un effetto incredibile. Te la eri proprio dimenticata, sì, te ne accorgi quando lei rientra come un ciclone nella tua vita. L'effetto è un po' quello di riassaporare un gusto che non avevi più assaggiato dalla tua infanzia, che so, quello del ghiacciolo all'amarena chimicissimo del bocciodromo di Castelvetro nelle notti d'estate, con i pattini a rotelle ai piedi, o quello dei gambi di trifoglio da mordicchiare in cima alla salita della piazzetta di via Leopardi. La senti, la distanza, questo sì: assapori quel gusto e nel contempo ti accorgi che è passato, che non tornerà più; così come quando vivi la Spensieratezza ma non dimentichi mai del tutto che intorno a te la realtà chiama e spinge.

Io, ieri, la Spensieratezza l'ho incontrata: è stata con me esattamente 29 minuti, il tempo di un tragitto in Velib' da pont du Garigliano a Cité Universitaire, in compagnia di quattro amici.
Cinque ragazzi, che insieme facevamo non so quanti dottorati, lauree e post-doc, a pedalare come scemi lungo la ciclabile, scampanellando ad ogni piccione che si affacciava timidamente sul nostro percorso, gridando pistaaaa ad ogni pedone ignaro, fermandoci ansanti ai semafori (ma non a tutti tutti!) e ridendo insieme all'idea di essere un po' "il terrore di Boulevard Jourdan".
E io, che pedalavo sudavo e scendevo in picchiata, ultima della fila, per un attimo cancellavo tutto: le scelte, i bivi, le lontananze, le responsabilità, i doveri e le scadenze. Pedalavo e gridavo e scampanellavo e tutti gli odori di Parigi, di questa città grandiosa e terribile che mi ha dato e strappato tanto, mi travolgevano uno dopo l'altro: l'odore di kebab, quello delle lavanderie a gettoni, l'odore di metropolitana e quello di cemento, l'odore dei bistrot e quello speziato dei ristoranti etnici, l'odore delle alimentations generales e quello del parc Montsouris.
Era lei, era venuta a trovarmi la Spensieratezza.

E quindi mi viene da pensare che la Spensieratezza è un po' come un accordo di chitarra: una volta che lo hai imparato, magari con qualche sforzo ché c'hai le ditina piccole e in questo accordo ci sta pure il barrè, magari possono passare interi anni senza che tu tocchi mai più una chitarra, possono passare anni, accadere cose e cambiarne altre, ma stai sicuro che, quando riprenderai tra le mani quel manico, forse non subito -  forse ci vorrà qualcuno, accanto a te, che ti rinfresca, la prima volta, il ricordo, riportandoti docilmente le dita ai punti giusti - ma un attimo dopo di subito ritroverai la combinazione di pressione e di posizione, farai timidamente vibrare le corde sotto la mano destra e lo risentirai lì, l'accordo, nitido come un tempo, armonioso come sempre.

Non è sempre il tempo di suonare la chitarra: a volte bisogna saper stare in silenzio per non disturbare i vicini; ma gli accordi, quelli, non si abbandonano mai.

5 commenti:

  1. Io l'ho suonata, la chitarra, ieri sera. A mezzanotte e mezza, steso sul letto, piano piano, per non disturbare il vicino che attualmente non so né chi sia, né se esista davvero. Dopo la giornata di ieri ne sentivo il bisogno, di arpeggiare un po' così, senza senso. Una notizia triste, poi la Spesieratezza delle bambinate. Poi una storia che conoscevo già, ma che mi piace sempre rivivere, perché parla di stelle e di sogni.
    Merci :)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. ma non la assapori a pieno, la spensieratezza, se non ha dei pensieri da "spensierare", cosi' come non ti cammini verso orizzonti lontani se hai tutto quello che ti serve li, a portata ;-)

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  4. Quanta saggezza, in queste poche righe! ;)

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