Ieri ho rivisto inaspettatamente un amico che faceva parte di un pezzo di vita che, in questi ultimi sei mesi, avevo messo in un cassetto. Passavo per un posto dove lui un tempo lavorava, gli ho scritto due righe quasi per scherzo e lui è sceso al volo saltellando sui gradini in fretta e mi ha abbracciata stretta.
Bella cosa, gli incontri così. Così bella che a volte ti verrebbe quasi voglia di scappare lontano per un po' solo per tornare all'improvviso e farsi stringere forte.
Ma non è di questo che volevo parlare, in realtà.
Ieri ho rivisto un vecchio amico e siamo andati a berci un caffè al volo e abbiamo giocato al gioco riassumimi gli ultimi sei mesi in cinque minuti. Ci siamo raccontati, individuati, ritrovati per il tempo di un'oretta e poi siamo tornati entrambi alle nostre vite con qualche sorriso in più nella borsa; solo che qualche passo prima di rientrare nella porta del lavoro e degli impegni quotidiani il mio amico si è fermato perché da un cantiere lì accanto usciva un rivolo di un non meglio identificato liquido e lui mi ha detto attenta e mi ha fatto segno con il braccio di non metterci i piedi dentro.
E a quel punto ci siamo fermati entrambi perché abbiamo visto che, nel rivolo di acqua che usciva dal cantiere era trasportata, insieme ad un pacifico gruppetto di polvere e a qualche sassolino di passaggio, una solitaria cicca di sigaretta. Che si lasciava condurre paciosa, con qualche piroetta fuori programma, dal rivolo d'acqua, e che pareva così eterea, leggera, spensierata, pur nel suo inevitabile viaggio verso il tombino. E una come me, di cose così, nella giornata, ne vede a dozzine e ogni volta ci si incanta per dieci minuti come minimo; però anche il mio amico si è bloccato lì a bocca aperta, e continuava a gesticolare ma guarda che bello e ecco vedi? si lascia condurre tranquilla verso gli inferi e diceva proprio così "agli inferi" e io ridevo felice insieme a lui.
Tutto qui, ecco. E mentre assistevamo all'arenarsi della cicca proprio a qualche millimetro dal buco del tombino ed esultavamo per quel salvataggio da terapia intensiva, ecco, io ho pensato che, in questo mondo, più che tanti De Falco (come già si diceva qui) o tanti Einstein, più che tanti rigoristi e tanti primi violini (ahimè), insomma, sarebbe bello che ci fossero tante persone che si fermano cinque minuti, a fiato sospeso, per ammirare gli ultimi, eroici, strenui, metri di viaggio di una cicca di sigaretta destinata agli inferi.
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