MOLTEPLICI INIZI.


A proposito di:

interculturalità - scuola - letture - frivolezze - risparmio - poesia - creatività - viaggi - pande - giardinaggio ... e bizzarrie varie.

domenica 12 febbraio 2012

Neve, guidare nella.

Nevica ancora, e poi ancora, e ancora. Mi sono quasi dimenticata il colore dell'asfalto e mi chiedo se quello dell'erba esista ancora, sepolto laggiù, da qualche parte in mezzo al campo. I più esperti mi assicurano di sì, che l'erba è sempre là, che succhia lentamente tutta quest'acqua e ringrazia per il lungo periodo di meditazione tibetana forzata. Io, per quanto mi riguarda, ho scordato quel senso di libertà incondizionata che solo il cielo azzurro sa regalare; ho messo in un cassetto birre, salatini e tacchi alti. Ho fatto foto, ho strizzato l'occhio ai pettirossi, ho tirato palle di neve, ho avuto le guance rosse e i lividi sulle gambe per le botte contro il bob, e poi mi sono stancata di fare tutte queste cose e quando credevo di averne abbastanza ho ricominciato daccapo.

Ma soprattutto - ed è forse questo che ricorderò al di sopra di ogni altra cosa, o forse no, perché nel barattolo dei ricordi di questa nevicata record ci saranno di sicuro anche i ritorni notturni e surreali dalla pizzeria in compagnia di un amico, a piedi in mezzo ad un paese incantato - soprattutto, dicevo, ho guidato nella neve.

E - come di tante, tantissime cose prima d'ora - di guidare nella neve, io, fino ad un mese fa, ne avevo una paura fottuta.
E ancora una volta, sempre di più, lezione parigina mai così vera e tangibile, mi sono fatta coraggio e a mezza voce mi sono detta non c'è altro da fare. Proviamo, ed era proprio un filo di voce, come quello della ragnatela di un ragno alle prime armi, eppure non avevo altro e allora me lo sono legato delicato al polso e ho messo in moto.

E ho guidato nella neve. Ho guidato nel bianco abbagliante del giorno e nel giallo fiabesco della notte; sul ghiaccio scintillante e nel pantano schifoso; per le città impazzite e per le campagne addormentate prima del tempo. Ho guidato e, marcia dopo marcia, sobbalzo dopo sobbalzo, ho imparato.



Perché occorre imparare anche ad andare piano. E mai cosa per me fu più difficile. Io che amo il fuoco e finisco sempre per sbruciacchiare i margini dei fotogrammi della vita, io che corro a perdifiato verso i burroni e che rido così forte che tutti i clienti si girano sempre, in pizzeria. Io che sterzo veloce sotto le curve e adoro le inversioni di marcia in qualunque campo esse si debbano compiere. Io, fiatone perenne, ho imparato ad andare piano.

E guidare nella neve, in fondo, altro non è che equilibrio perfetto tra il coraggio di provarci e il velluto di un contatto sfiorato. Perché bisogna imparare ad andare piano ma dimenticarsi di aver bisogno del freno. Perché bisogna rischiare, ma parlando sottovoce. Perché bisogna fottersene, ma con classe. Perché bisogna chiudere gli occhi, ma aprire il cuore.

E forse, allora, e ci pensavo proprio venerdì sera, mentre sbirciavo nello specchietto retrovisore il volto stanco dell'uomo dietro di me in coda e avrei voluto aprire la portiera e scendere da lui e dirgli hai visto come sono brava? Guido anche io nella neve! ma forse lui avrebbe preferito un semplice dai che fra dieci minuti sei a casa e magari tua moglie ti ha preparato la gramigna con la salsiccia, forse, allora, è proprio vero che non c'è adrenalina senza dolcezza e non c'è gioia senza fiatone.

Forse la lezione di tutta la neve che ancora anche adesso, mentre scrivo queste righe con tre maglioni addosso, non accenna a smettere né a diminuire, sta nascosta proprio in questo binomio semplice e complicato, e magari lei non la pianterà di imbiancare ogni angolo finché non l'avremo imparato tutti: tutti i fifoni e tutti gli spericolati, tutti gli innamorati e tutti i disillusi, le arpe e i primi violini, i timidi e gli estroversi, i noncuranti e gli ansiosi. E allora sbrighiamoci, per l'amor del cielo, che ho tanta voglia di un po' di sole.

5 commenti:

  1. Mi aiuti tu a spalare lo scivolo d'uscita dai garage?

    RispondiElimina
  2. Ma scusa, tu non stai a Roma?! Non oserai forse lamentarti dei tuoi infinitesimali cm di neve??? Qui ne abbiamo più di un metro, vieni tu piuttosto ad aiutarmi a dis-nevizzare la mia povera panda sepolta ;))

    RispondiElimina
  3. Brava Tinni! Bastano le gomme da neve o servono proprio le catene da voi in questi giorni?

    RispondiElimina
  4. Grazie, Aliceland! Diciamo che dipende dai giorni: quando nevica molto è meglio girare con le catene, ma comunque io non le posseggo quindi mi accontento delle gomme termiche...

    RispondiElimina
  5. Sono le gomme termiche quelle gomme che andrebbero non usate durante il periodo estivo, pena la loro disintegrazione? :-)

    Marco

    RispondiElimina