Lo so che lo dicono tutti e sta scritto nei manuali di sopravvivenza più elementare; lo so anche io e io stessa lo divulgo ai quattro venti da tempo. Lo sanno anche i bambini (anzi loro meglio di tutti, in verità), i gatti in particolar modo e le piante ancora meglio.
E' praticamente autoevidente, di quell'autoevidenza quasi fastidiosa e saccente tipica dei teoremi matematici e delle istruzioni dell'ikea con i fumetti.
L'evidenza in questione è che "se non si sa stare bene da soli con se stessi, è inutile cercare conforto negli altri".
Però, autoevidenze e assiomaticità a parte, posso dire uffa? Posso dire che palle, non ci riesco, non mi va, oggi no passate domani?
Tinni scrive questo post dal suo isolamento candido e silenzioso, dal suo paese di collina avvolto in quasi un metro di neve, dalla sua camera fredda e vuota in una casa troppo popolata, dalla sua scrivania ingombra di oggetti e dal suo computer sgombro di messaggi.
Tinni scrive questo post e vorrebbe raccontarvi che, a furia di aprire la porta d'ingresso per controllare se qualcuno le aveva lasciato un pacchetto regalo sulla soglia, il clima dentro casa è diventato gelido. Che a furia di lasciare un centimetro di fessura aperto per poter accorgersi in tempo reale se qualcuno la stava pensando, la temperatura è scesa e le sono venuti i geloni alle mani. Che a furia di pensare a cosa avrebbe detto o fatto se qualcuno fosse venuto a farle una sorpresa, si è dimenticata di annaffiare i ciclamini. Che a furia di chiedere sì agli altri, ha disimparato a dire no a se stessa.
E Tinni lo sa, appunto, che i pacchetti regalo dovrebbe costruirseli da sola, incartarli con la carta da giornale che fa molto radical scic, legarli con un nastro color oro, e appoggiarli sul letto con cautela per poi tastarli, scuoterli e scartarli da sé. Ma, sarà il bianco accecante di questa neve, sarà il freddo cattivo nelle ossa per via della porta sempre aperta, saranno le urla provocatorie dei bambini nel campo dietro casa, sarà, ma a Tinni i pacchetti in questi giorni vengono da schifo. La carta si strappa, il nastro è troppo corto, e soprattutto non c'è dentro nessuna sorpresa. Sempre io con i miei soliti difetti, le mie solite ansie, le mie solite paure.
E così Tinni oggi ha deciso che se ne fregherà delle autoevidenze e dei teoremi sociologici e che non si farà nessun regalo, anche se questo vorrà dire non riceverne per niente, anche se questo vorrà dire chiudere la porta a chiave e mettersi i tappi nelle orecchie per non sentire che è pronto in tavola.
Anzi no, un pacchetto lo preparerà, ma non per sé. Perché ieri, l'unica, gloriosa, spumeggiante allieva di ripetizioni che è riuscita a raggiungermi per una lezione (abita qui nel mio stesso paese; è venuta a piedi), Lucia - chiamiamola così -, che quando parla del suo cavallo le si illuminano gli occhi, e il viso, che normalmente è immerso in una costante risata autoironica che la corazza contro ogni colpo della vita, si fa serio e concentrato, Lucia, che l'anno scorso è andata al concerto di Katy Perry a Milano e l'hanno accompagnata i suoi solo che sono rimasti lì durante tutto il concerto e che palle e allora la prossima volta le ho promesso che ad un concerto ce l'accompagno io, Lucia, insomma, la prossima settimana compie gli anni e il prof - quel bastardo! - le ha fissato una versione di latino proprio il giorno dopo. E allora oggi Tinni ha aperto la sua agenda (con uno di quei gesti coraggiosi che illuminano qualche centimetro di giornata) e si è segnata un appunto per il giovedì della prossima settimana, che è il compleanno di Lucia e anche il giorno di ripetizione.
Fare una torta - recita il promemoria.
Anche tu hai avuto un aumento della caduta soffice e bianca della neve in questi ultimi giorni? Qui a Roma bastano venti centimetri che tutto entra in corto-circuito.
RispondiEliminaRitornando un pò al tuo scritto sembra che il vivere in montagna (o in alta campagna) abbia i suoi versi favorevoli e i suoi non favorevoli.
Davverissimo quando si vive un pò isolati in mezzo alla natura bisogna essere auto-organizzati con le proprie abitudini, pensieri, con i regali che ci si regala al momento giusto.
Le visite degli amici fanno proprio piacere, ce ne fossero di quelle giuste al momento giusto.
Uno dei segreti che ho scoperto nella vita è che le cose migliori avvengono quando meno ce le aspettiamo.
Così un augurio per te, per le visite gradite e inaspettate.
Marco