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mercoledì 18 aprile 2012

Dodici bicchieri colorati

Quest'anno il compleanno di Tinni è stato un compleanno spalmato. Un compleanno in cui tanti auguri sono arrivati in ritardo, quando proprio non me li aspettavo più, e quindi, buffamente, ancora più graditi; un compleanno in cui i regali non hanno seguito un ordine logico e calendariale; e dunque un compleanno di cui, ancora oggi, a più di due settimane di distanza, mi trovo a godere i frutti.

Sì, ancora oggi. Perché oggi ho trovato sul tavolo di una cucina che poco tempo fa era abitata da un signore tranquillo che fumava molte sigarette al giorno e che adesso invece è abitata da me, oggi ho trovato sul tavolo di questa cucina un pacco con un grande fiocco e un bigliettino in una busta con su scritto il mio nome (ma senza l'ultima vocale, che fa ancora più amici). Ho scartato il pacco e letto il bigliettino e sorriso e dentro al pacco ci ho trovato dentro un regalo bellissimo; e non solo bellissimo perché inatteso e fuori tempo massimo, ma proprio bellissimo in sé: da un punto di vista estetico, pratico e pure un po' intellettuale.

Perché dentro a questo pacco con il fiocco ci ho trovato dentro dodici bicchieri colorati. Dodici bicchieri colorati che, oggi, in questo giorno che dista ormai parecchio tempo da quello del mio compleanno ma rappresenta anch'esso una data importante, oggi diciotto aprile duemiladodici, rappresentano la prima, eccellente, tintinnante suppellettile domestica di questa cucina che fino a poco tempo fa era abitata da un signore tranquillo e ordinario con il vizietto del fumo e oggi è abitata da me.

Dodici bicchieri colorati, di ben sei tonalità differenti, a coppie, e a strisce. Dodici come i dodici apostoli, dodici come uno dei numeri di Harqualchecosa (sembrava una cosa carina, l'ho trovata qui, e magari i matematici all'ascolto potranno dire la loro, in proposito), dodici come i mesi dell'anno, i semitoni di un'ottava, le fatiche di Eracle e mille altre cose, simpatiche e poco simpatiche.

Dodici bicchieri - che già di per sé è una bella quantità, perché fa pensare a dodici amici che vengono qui, in questa cucina che poco tempo fa sapeva di fumo e ora profuma di mughetti, e bevono insieme qualcosa di buono - ma, soprattutto, dodici bicchieri colorati.

Di giallo, arancione, rosa, violetto, blu e verde.

E chi ha avuto la splendida idea di farmi questo regalo - e colgo l'occasione per ringraziarli anche qui, e so che il ringraziamento questa volta non andrà a vuoto - non poteva sceglierne uno migliore, sì, davvero.
Perché mentre, poco fa, li lavavo e li sciacquavo uno ad uno per poi riporli nello scolapiatti sopra al lavandino, me li rigiravo tra le mani e ammiravo i colori squillanti e mi sono detta: oggi a pranzo berrò nel bicchiere arancione. Oggi mi sento di umore arancione e berrò nel bicchiere arancione. Oggi voglio essere arancione, voglio che la mia giornata sia anche un po' arancione; un colore che non è rosso ma nemmeno giallo, ed è un colore modesto e pacioso, un po' grassottello e con gli occhiali rotondi e spessi. Voglio che la mia giornata sia arancione e anche un po' il mio cuore, non rosso ma neppure giallo, pacioso e lento, arrancante dietro ad un tempo che cambia di continuo e prima piove e ora mi entra il sole dalla finestra.

E non poteva esserci auspicio più favorevole, per questa casa e per questa cucina che da oggi è mia e solo mia. Ché quando ci saranno giornate in cui avrò voglia soltanto di spegnere il cuore e di avvoltolarmi nelle lenzuola aspettando che arrivi sera, in quelle mattine senza colore - neppure grigie, neppure nere, ma proprio senza luce - se riuscirò ad arrancare con gli occhi semichiusi fino alla cucina e fino ad aprire lo scolapiatti sopra al lavandino, ecco, allora troverò sempre e comunque loro, in fila per due, e dovrò sceglierne uno da cui bere l'acqua del rubinetto o il succo d'arancia o la birra corona. Dovrò scegliere un colore, guardarmi dentro, spostare la polvere, accendere la luce, tirare le somme e poi decidere.

E da lì in poi la giornata non potrà più essere la stessa.

E quando verrà qualcuno in visita, in questa cucina dove ancora i bicchieri regnano incontrastati e dividono lo spazio solo con qualche sparuto coltello e un paio di forbici ikea, anche lui dovrà scegliere, se vorrà farmi compagnia con un bicchiere di vino, di latte o di acqua del rubinetto. Dovrà guardarsi dentro, spostare la polvere, accendere la luce, tirare le somme e poi decidere. E dirmi mi piacerebbe il bicchiere verde, grazie.

E ci saranno amici che prenderanno sempre lo stesso colore, già lo so. Amici che staranno indecisi per un sacco di tempo, dammi il rosa no anzi il viola no forse meglio il giallo. Sarà, in fondo, anche un modo per conoscerli meglio, o per ridere di loro. Ci saranno, forse, amici che chiederanno che il loro bicchiere sia messo da parte solo per loro. Amici, i più sfortunati, che mi diranno mi va bene qualsiasi colore. Amici che vorranno il bicchiere dello stesso colore del mio e amici che lo vorranno sempre diverso.

Ma per tutti, come per me, sarà una piccola, stupida, buona palestra.
E allora tanti bicchieri a tutti, siete ufficialmente invitati anche voi.


5 commenti:

  1. Auguri anche se in ritardo! Festeggio con il bicchiere... uhm... posteresti una foto?

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  2. l'ho messa...ma è orrida, perché non ho macchine fotografiche qui e dobbiamo accontentarci della webcam del pc!

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  3. Curioso l'effetto dei colori sovrapposti tra i bicchieri messi uno dietro l'altro :^) OK, io scelgo quello blu, il primo da sinistra.

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  4. Bella comunque la foto, riesce a rendere bene la forma dei bicchieri e il loro colore diverso.

    Anche io fra quelli che vorrebbero provarli tutti, un poco alla volta, per gustare il diverso sapore che sarà in loro contenuto.

    Marco

    P.S.
    Ma hai cambiato casa da poco tempo? Me lo farebbe pensare il tuo insistere sul tavolo che una volta ospitava un signore che fumava tanto.

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  5. io ho i calici di vetro soffiato colorato!

    PS: AUGURI e in bocca al lupo per la casa nuova.

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