E voi, lo sapete che cos'è esattamente una caditoia?
"perché c'è chi le chiama tombini, c'è chi li chiama buchi, chi ancora bocchette, ma il loro vero nome, quello esatto, è caditoie."
Io lo so, che cos'è una caditoia, e lo so perché è mio padre che me lo ha insegnato, ripetendo e masticando quel nome tecnico per tanti di quegli anni e quei discorsi e quei pranzi e quelle cene - infervorato, entusiasta, preoccupato o semplicemente didattico - a tal punto che ieri, nei miei consueti momenti di improvvisa autocoscienza automobilistica, mi sono accorta che, dopo tutti quei piatti di pasta al pomodoro e caditoie condivisi a tre sul tavolo di cucina, adesso la parola caditoia non solo so che cosa vuol dire, ma so anche di che colore è. Ed è del colore di mio padre.
Mia madre, invece, ha colorato del suo colore e del suo sapore fruttato una parola del tutto diversa ma anche un po' simile, ché è anch'essa una parola in un certo qual modo tecnica e con caditoia si è subito trovata d'accordo, perché c'è rispetto fin dai primordi, tra due parole tecniche, e certe vigorose strette di mano ripiene di stima pacata bastano e scaldano, tra due tipi del genere.
La parola che possiede il colore di mia madre, insomma, non è caditoia ma pence. Che scritta così non ha poi nulla a che vedere con mia madre, in realtà, la quale intrattiene con le lingue straniere un lungo e impavido rapporto di negazionismo. La parola giusta da associare a lei è pens, detto così e senza pensiero alcuno relativo alla sua grafia od alla sua natura oriunda.
Pens è la sua parola e sa di lei e di ore a braccia alzate con il punzecchiare degli spilli che contrappunta ogni movimento sbuffato. Pens sa di lei e di stoffe e di pantaloni a zampa di elefante allargati in fondo, di costumi di carnevale e di toppe sui gomiti.
Ci ho pensato a lungo, a queste due parole e a come una semplice stringa di suoni possa vivificarsi di un'associazione così precisa e peculiare che nessuno gliela toglierà più, di dosso. Poi ho scelto. E mentre le dicevo a mezza voce, quelle due parole che profumano di casa, sorridevo fiera per averle scovate, nel mare variopinto delle parole che si associano per dei periodi e poi si appoggiano sul fondo dei cassetti, delle espressioni di moda, dei modi di dire passeggeri, dei nomi propri e delle interiezioni dialettali. No, mi sono detta: niente di tutto questo, ma caditoia e pens.
E non credo ci siano altri, nella mia vita, che hanno affondato la loro mano nei miei capelli biondastri tanto a lungo e con tanta intensità da averci impresso dentro delle parole. Ma chissà, forse arriveranno.
Forse ci saranno, che so, dei cavalletti o dei federalismi o delle lussazioni o ancora delle profondità di campo. Chissà.
Ma voi, ecco questo sì che mi interessa, voi ce le avete, delle parole tutte speciali così?
Lacomizietta è diventata la nostra fabbrica di parole speciali. :-) E sul blog ne segnalo solo una piccola parte, che la produzione è continua.
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