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lunedì 6 agosto 2012

Partita

Partire, sì, beh, questa cosa di partire l'hai fatta già tante altre volte, sì. Sei partita sdraiata sul sedile posteriore di una macchina (rossa) con la testa nascosta tra due cuscini da divano cercando di indovinare ad ogni curva quanto mancava all'ingresso in autostrada; sei partita seduta sui sedili tutti uguali di una corriera urlante ma poi ci mettiamo davanti quando iniziano le curve ché se no mi viene da vomitare; sei partita ben dritta al posto di guida di un'auto non tua con una persona speciale con cui litigare per tutto il viaggio seduta al tuo fianco; sei partita in piedi tra gli scompartimenti di un treno pulcioso e le gambe ancora bianche di un gruppo di amici; sei partita tremante e allacciata alla poltrona di un aereo, con l'unica preoccupazione di stringere al più presto amicizia col vicino di sedile per poter poi stritolare quanto prima i suoi palmi al decollo del mezzo. Sei partita tante volte e forse, anche questa cosa che ogni volta era speciale e diversa, l'hai già pensata e pure scritta in molte altre occasioni. Ma pazienza.

Sei partita tante altre volte eppure una settimana fa sei partita ancora e per fare una cosa che non avevi mai fatto. 
Sei partita ed era mattina presto e tu avevi dormito pochissimo e non potevi nemmeno dire va beh mi riposo poi in macchina perché la macchina questa volta la guidavi tu. 
Sei partita e gli occhi per leggere i cartelli e controllare gli autovelox e sbirciare le lucine di livello del metano erano solo i tuoi.
Sei partita e le orecchie per sentire gli altrui clacson e le altrui indicazioni sì gli scout li ho visti sono nel campo laggiù in fondo basta girare a destra al prossimo bivio erano solo le tue.
Sei partita e le mani per girare il volante, tirare le marce, accatastare scatole di cartone piene di magliette, accarezzare confezioni di carne per controllarne la temperatura, quelle mani erano solo due. Due: due come le occhiaie, gli scarponi ai piedi, le ore di viaggio e le palle della sveglia all'alba dopo una sera di lavoro.

Sei partita da sola, alla guida di un'auto (rossa), attraverso strade mai varcate e con il cuore pieno di domande.
Sei partita da sola: stanca, preoccupata, dubbiosa e perplessa. Ma ad aspettarti c'era qualcuno

E con questo qualcuno non intendo solo le particelle di cielo che con il passare dei chilometri e delle curve diventavano sempre più fitte e più blu; non intendo solo l'odore di terra, il sapore di acqua, il freddo della luna piena e il rumore di erba. C'era davvero qualcuno di vivo ad aspettarti, al termine del tuo tortuoso viaggio da sola, a bordo di un'auto (rossa) che così in alto, nella sua breve vita, non era mai arrivata.
E appena sei scesa da quell'auto (rossa) e trovandoti in bocca un vagone di aria nitida e ventosa hai sentito una voce tredicenne urlare quando si mangia? hai capito subito che l'avventura iniziava lì.

2 commenti:

  1. Mi hai battuta sul tempo. Ho appena vissuto un'esperienza meravigliosa da scolta in servizio al campo di reparto. Gli scout spesso significano stress, prese in giro da parte degli amici "esterni", week end rubati alle feste, ma ho capito oggi - mentre mi sbracciavo per salutare i "miei" ragazzi che si affacciavano dalle tende per abbracciarmi attraverso il finestrino spalancato della macchina - che fanno parte di me, e va bene così.

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  2. Eccome se va bene così :) (e buona strada!)

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