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giovedì 4 ottobre 2012

Tragedia Bic

(..) bianchi, come paiono i manifesti ufficiali, pur con tutto il loro inchiostro nero che nessuno legge (...)

Italo Calvino, La giornata d'uno scrutatore



Si può immaginare un destino più gramo di quello delle centinaia di migliaia di penne bic distribuite nei vari pre-test, test e contro-test di concorsi/baraccone come quello dell'attuale tieffea?

Si può pensare ad una vita più triste e più bruciata di quella di una penna estratta dal grande utero delle penne neonate solo ed esclusivamente per essere somministrata - appena tre ore di compito scritto - a tremanti mani rosicchiate dall'ansia tanto che non riesci nemmeno a farci un po' di amicizia, con quel paio di dita macchiate che ti stringono nel sudore, e già devi rientrare in un freddo scatolone di carta per finire inesorabilmente... finire dove, esattamente, poi?



Dove se ne va, tutto quell'ardore giovanile? Dove si assesta, in una precoce vecchiaia che sa di sconfitta, tutto quell'inchiostro nero che ha deciso - fulminea adolescenza - il destino di file e file di teste e di cuori? Sono state con noi giusto il tempo di una fugace mordicchiatina, tra una brutta ed una bella copia, e non hanno mai conosciuto astucci, cadute dal banco, prestiti, lanci, fondi dello zaino e neppure lo straziante quanto inevitabile lutto del tappino. Dovremmo forse chiamarle fortunate? Fortunate che non hanno cambiato padrone, che non hanno perduto il sedere, rotto la molla o scoppiato il serbatoio?

Non è forse meglio trovarlo, il padrone, anche se questo significa piangere nero, o a volte anche rosso, quando suona la campanella e la fretta cattiva ti lascia sotto ad un banco, al freddo del pomeriggio e alla mercé della furia igienista del bidello?

E così io, oggi, me le immagino là, strette l'un l'altra tra le quattro anonime pareti di cartone, con tutti i sogni impacchettati tra tappino e punta, tutte le speranze, le favole, i miti. Loro non lo sanno, hanno solo tra labbra e palato uno strano gusto che odora di grigio; ma sono trasportate, lente ed ormai burocratizzate, verso il più vicino ufficio comunale dove - ormai invendibili a causa di quel microscopico rivolo di inchiostro in meno (ed è lo stesso, insignificante rivolo che ha promosso e bocciato le vite ed i mesi di tanti sballottati come me) - saranno distribuite, perdendo anche l'amicizia delle timide compagne, in barattoli portapenne sui più svariati tavoli di pacata nullafacenza, dove nessuno, nell'era di internet e dei palmari, le impiegherà - credendole nuove, e si sa che le penne nuove attendono sempre qualche istante, prima di cominciare a funzionare gettando righe sulla carta, e non è questo il momento di usarle, vado troppo di fretta - né oserà mai più amarle.

4 commenti:

  1. Applausi!
    Per la categoria "cancelleria" mi offro per post a 4 mani.

    Comunque, le bic che ho usato ai test si ricorderanno sempre di me e dei miei denti, visto che tutte e 4 sono state irrimediabilmente dilaniate... Ma loro sanno che l'ho fatto per amore.

    Niculet

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  2. Grazie, amatissima lettrice. Presto "Cancelleria a quattro mani", promesso.
    E beate le tue bic, davvero!

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  3. ma... bic blu??? non dovrebbero essere tutte nere?

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  4. Sì, infatti, attentissima Noisette! Era una licenza bloggica. Se no, sai quanti ricorsi?!? Argh - tremo al solo pensiero! ;)

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