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lunedì 4 agosto 2014

Madrepatria

I giorni dell'anno dovrebbero assomigliare tutti a quello di oggi.
Colazioni straripanti di parole (così straripanti da diventare pranzi); nulla condito di valigie; pisoli e pulizie; nostalgia - tenera, soffice - di casa ancor prima di allontanarcisi.
E un biglietto aereo stretto in pugno, anche se per un pugno di giorni.

I giorni dell'anno dovrebbero assomigliare tutti a questo, che mi fa venir voglia di non partire mai, di vivere per sempre sulla soglia (ad eseguire check-in online).

In questo giorno come dovrebbero essere tutti i giorni dell'anno mi è capitato sotto mano questo, che pareva intonarsi alla perfezione coi colori dell'oggi; e così me lo sono guardato e ho notato che quasi ad ogni pié sospinto i protagonisti del documentario chiedono ad altri protagonisti che cosa abbia loro insegnato la propria terra (il Gargano, per chi non avesse voglia di cliccare sul link e guardarsi tutto il video - dura un'ora).

Questa faccenda della terra natìa come ventre materno che ti insegna a respirare le cose ancor prima di masticarle nella vita vera è una cosa che viene sempre fuori - o almeno così pare a me - quando a parlare sono gli abitanti del Sud, di quel profondo Sud che ad un certo punto bisogna lasciare ma che si continuerà sempre ad amare come una mamma grassissima e malata (tema dominante del suddetto filmato). Poche volte - nessuna a dire il vero - ho sentito invece un Polentone raccontare ad una telecamera che cosa gli avesse effettivamente insegnato la sua terra: quella lunga e piatta landa natale che cresce i suoi figli a suon di nebbia e tortellini.

E così ho deciso di farlo io, per prima.

Mi sono chiesta, in perfetto stile intervista, cara Tinni, che cosa pensi che ti abbia insegnato la tua tanto amata terra modenese?

E poi mi sono anche risposta, pur sapendo che non c'erano telecamere o microfoni ma oggi mi sentivo bella lo stesso (è uno di quei giorni che tutti gli altri giorni dell'anno dovrebbero copiare, come ho già detto).


La mia terra mi ha insegnato che, quando nevica, è buona norma spalare anche il pezzettino di marciapiede che passa esattamente davanti al tuo cancello, e non solo il cortile che è di tua proprietà. Mi ha poi anche insegnato che, se alla fine a te non ti va di spalarlo, sicuramente passerà lo spazzaneve del Comune, a farlo, ma comunque il tuo vicino questa cosa l'ha sempre eseguita - anno dopo anno, nevicata dopo nevicata -, e così è più comodo uscire a far la spesa alla Coop.

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